Interporto Pordenone, dati positivi. Obiettivo 100 treni alla settimana

PORDENONE – Sono molto positivi i dati di Interporto Centro Ingrosso di Pordenone: 800 le persone impiegate e 82 le aziende insediate all’interno della struttura del capoluogo. Queste, esprimono un fatturato annuo di 183 milioni, in totale.

E’ il frutto di strategie di investimento lungimiranti, 80 milioni negli ultimi 15 anni, sostenute dalla Regione Fvg, dal Comune di Pordenone e dalla Camera di commercio Pordenone-Udine. Molto buone le performance del centro intermodale, con punte di 60 treni merci settimanali verso i maggiori mercati.

Questi dati sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, convocata nella sede interportuale, dall’ad della spa, Giuseppe Bortolussi.

“Siamo diventati – rileva l’ad – uno dei 24 interporti della rete nazionale degli interporti, una scommessa vinta e tutt’altro che scontata. Siamo aderenti a Uir (Unione interporti riuniti italiani) e hanno votato per noi i maggiori stakeholder, tra cui Parma, Interporto del gruppo Eni, e quindi siamo orgogliosi di questo successo”.

“Interporto – sottolinea Bortolussi – non guarda solo alle performance, ma soprattutto a quello che ci dice il futuro. E questo racconta che la logistica avrà un ruolo sempre più pregnante e incisivo per la produzione industriale. L’industria rischia di diventare fortemente penalizzata se non ci sarà un centro di servizi di eccellenza, in grado di far raggiungere le merci in tempi sicuri, con costi altrettanto certi.

Oggi, siamo in un bacino (formato da 5 province) dove vengono sviluppati 33 miliardi di esportazioni, di cui Interporto Pordenone, oggi, ne gode di larga parte e potrà goderne ancor più quando saranno completate le opere programmate per realizzare la stazione elementare”.

Questo, significa diventare stazione passante per le merci, una delle 3-4 che ci sono in Italia in ambito privato. “Ciò consentirà – rivela Bortolussi – di essere sempre più incisivi, riuscendo a raggiungere i 180 mila teu (è una misura che corrisponde a circa 6 metri) all’anno, cioè 180 mila camion tolti completamente dalla strada, con 100 treni alla settimana. Interporto con il suo terminal è collegato con Genova, Duisburg, La Spezia, Trieste e Rotterdam, quest’ultimo di importanza capitale, dal momento che è l’hub che porta direttamente in Inghilterra. Il Regno Unito è determinante per il nostro territorio, essendo un luogo che ha superato, solo per noi, un miliardo di fatturato”.

Un altro punto importante riguarda la transizione ecologica, elemento su cui le amministrazioni sono molto attente quando devono concedere investimenti. Su questo punto Pordenone giocherà un ruolo importante.

“Nel 2021 – rimarca l’ad – abbiamo abbattuto 38mila tonnellate di co2, prestazione dovuta al trasporto e al fotovoltaico ed elemento importante per quanto riguarda la decarbonizzazione. Per il 2022, la prospettiva è ancora migliore, vale a dire -50mila tonnellate e nel 2030 -100mila tonnellate di co2, dati comunicati anche alla Commissione europea. Sul fotovoltaico, grazie a Uir, di cui io sono il coordinatore dell’operazione, stiamo per realizzare le comunità energetiche, iniziativa fondamentale per un ambiente come Interporto Pordenone dove in 4 aziende si ‘giocano’ 20milioni di kilowatt ore annuo di consumo. Avere impianti fotovoltaici potenti, in grado di abbattere il 50% vuol dire produrre energia pulita in interporto”.

Infine, c’è un’area particolarmente interessante a cavallo tra San Vito al Tagliamento e Zoppola, quella dell’Ideal Standard, un’importante azienda del territorio, dismessa dal 2014. “Interporto oggi ha completamente saturato tutte le sue aree. Siamo convinti che l’intermodalità trascinerà in chiave logistica l’intero sito pordenonese. Uno di questi è quello, citato, sulla Pontebbana.

Il sito rappresentava un bacino occupazionale di notevole portata. Ora, visto che non c’è possibilità di consumare altro suolo e dal momento che questo si trova in una posizione strategica, portarlo in chiave logistica in un bacino industriale, sarebbe un’ottima opportunità. Potremmo realizzare questa operazione attraverso investimenti che dovremmo attrarre dall’esterno”.




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