PORDENONE – Un modello abitativo nato in Scandinavia negli anni sessanta del XX secolo e diffusosi in Europa del nord, in Australia, Stati Uniti e Giappona e ora, gradualmente, anche in Italia. E’ il cohousing un esempio progettuale che combina l’autonomia dell’abitazione privata e la condivisione di spazi e servizi comuni da parte di un gruppo limitato di nuclei familiari, ma mantenendo la privacy.
Un tema che ha destato particolare interesse nell’incontro di approfondimento promosso dal sistema 50&Più (sodalizio provinciale che promuove lo sviluppo culturale e sociale in età matura) a pordenonelegge.
Del cohousing ne hanno parlato Valerio Maria Urru e Marco Trabucchi (moderati dal giornalista Lorenzo Cardin) autori, fra gli altri, del libro “Partecipazione, fondamento per il benessere e la coesione sociale”. I relatori hanno spiegato come questa soluzione abitativa è stata pensate per «anziani autosufficienti che non vogliono rinunciare alla compagnia e al supporto reciproco, contrastando la solitudine e l’emarginazione. Un modello che mira a migliorare la qualità della vita, riduce le spese e, soprattutto, promuove la collaborazione tra persone e comunità».
Soddisfazione è stata espressa dal presidente di 50&Più Ezio Bordelot, unitamente al direttivo, per l’impegno svolto nel sostenere il festival letterario
Nella foto, il gruppo 50&Più con gli autori.
