PORDENONE – Maria Rosaria Maiorino, amalfitana, è il nuovo prefetto di Pordenone e prende il posto di Maria Rosaria Laganà.
Si tratta della prima poliziotta d’Italia a diventare prefetto della Repubblica e, del resto, per lei è un’abitudine visto che è stata anche la prima poliziotta a capo di una squadra mobile, quella di Cagliari, il primo questore donna di Palermo e, in ultimo, la prima donna alla guida dell’ufficio di sicurezza del Papa.
Proprio riguardo alla recente esperienza come dirigente dell’Ispettorato vaticano, Maiorino racconta che “sono stati un’esperienza davvero coinvolgente questi tre anni e mezzo vissuti a fianco di un Santo Padre, Papa Francesco, che è una persona speciale e unica. Il distacco con il Santo Padre è stato, per me, un momento davvero toccante e difficile. Mi è dispiaciuto lasciare quel contesto, che ha costituito un’esperienza coinvolgente e totalizzante”.
Maiorino, riguardo ai primati “femminili” è lapidaria. “Il nostro lavoro non ha sesso: quello che conta è la passione, l’entusiasmo, il cuore. In 39 anni di lavoro in Polizia ci ho sempre messo il cuore perché amo questo lavoro, una professione in cui ogni giorno c’è qualcosa di nuovo e scopri che c’è sempre tanto da imparare”.
E ora, l’approdo a Pordenone. “E’ un sogno – rivela la prefetto – che si è concretizzato. E’ il raggiungimento di un grande traguardo, il massimo della soddisfazione”.
Quanto alle problematiche, Maiorino precisa che un problema comune a tutte le esperienze avute riguarda la sicurezza percepita. “Un concetto – spiega – che si è evoluto negli anni, con il terrorismo e il fenomeno dei migranti. Le esigenze, però, sono sempre le stesse: il cittadino vuole tornare a casa tranquillo, vivere in un ambiente sicuro per i propri figli, partire per le vacanze e trovare la casa come l’ha lasciata”. Della serie: cambiano i tempi, ma i problemi sono sempre quelli.