Nuovo ospedale: Zanolin “crisi senza precedenti. Ascoltare il territorio”
PORDENONE – L’ospedale di Pordenone torna nuovamente al centro della contesa politica che porterà, verso metà ottobre (la data non è ancora stata fissata) all’elezione del nuovo sindaco del capoluogo.
A prendere la parola è il candidato sindaco per il centro sinistra (Pd, M5S e liste civiche) Gianni Zanolin, secondo cui “l’ospedale di Pordenone – scrive in una nota – vive una crisi senza precedenti. Bisogna rinnovarlo, modernizzarlo, adeguarlo ai bisogni di salute perché ritrovi la fiducia dei cittadini. I lavori del nuovo ospedale pare saranno conclusi entro il 2022. Quella sarà una grande occasione per poterlo rilanciare. Questo perciò è il momento in cui la città di Pordenone deve chiaramente esprimere cosa e come vuole che sia la nuova struttura”.
“Secondo noi – aggiunge – il nuovo ospedale deve:
– avere le tecnologie più avanzate e una nuova organizzazione degli spazi, per diventare un vero e proprio “ospedale modello”;
– essere improntato alla multidisciplinarietà e all’integrazione di tutte le professioni sanitarie, con una nuova organizzazione delle attività e del lavoro;
– essere il riferimento nella rete ospedaliera provinciale che comprende anche San Vito, Spilimbergo e Sacile, ma con uno sguardo privo di pregiudizi di confine verso il Veneto, pronto a collaborare;
– lavorare assieme al CRO, costruendo una rete organizzativa e digitale;
– essere costantemente connesso con la medicina territoriale e con i medici di medicina generale;
– essere uno dei tre poli ospedalieri regionali, non il “terzo polo”;
– collaborare a pieno titolo nello sviluppo di conoscenze e competenze con le due università regionali e con il “Burlo Garofalo”.
“Per essere vero, efficace e attrattivo, il nuovo ospedale deve essere dotato delle tecnologie più avanzate e di ottime risorse umane, che quei mezzi sappiano padroneggiare perfettamente. Ma sarà importante anche promuovere la parte assistenziale del lavoro, partendo dal riconoscimento delle competenze del personale. Solamente così si può ottimizzare la qualità delle organizzazioni, dei processi di cura e assistenza e delle singole prestazioni”.
“Il nuovo ospedale – sottolinea Zanolin – è stato concepito in modo da favorire una valutazione e una cura multidisciplinare delle malattie. Infatti, per comprendere la condizione reale di salute di una persona occorre valutarla da molti punti di vista. L’evoluzione delle tecnologie e dei modelli organizzativi, le nuove emergenze (come il Covid 19 o l’antibiotico-resistenza), la complessità delle patologie e dei pazienti da assistere, richiedono una preparazione e una formazione costante e continua.
A fronte di questo scenario, nei mesi scorsi, l’unica preoccupazione del Sindaco di Pordenone riguardava il numero dei posti letto del nuovo ospedale, fino a presentare come una vittoria politica la dotazione aggiuntiva di posti letto per pazienti che, superato il momento acuto, non erano completamente ristabiliti, cosa peraltro già prevista e programmata da anni. A fronte dell’inerzia del Sindaco è necessario e vitale che, di qui all’autunno del 2022, si decida cosa sarà il nuovo ospedale e come partirà. È urgente discutere, condividere, decidere, preparare, assumere, fare formazione.
Nella sanità pordenonese quando le decisioni sono state “calate dall’alto” hanno prodotto sempre danni e arretramenti. Occorre ridare voce a tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri, OSS, tecnici, psicologi, fisioterapisti, ostetriche, ecc), dare importanza alla loro umanità, alle loro competenze, alla loro conoscenza di ciò che chiede il territorio e alla loro esperienza professionale. Non vanno considerati limoni da spremere ma interpreti di un percorso di cambiamento e miglioramento”.
“Ai lavoratori della sanità pubblica – conclude la nota – proponiamo di essere protagonisti attivi nel passaggio dalle idee-guida all’elaborazione di un vero e proprio progetto per l’ospedale e per il sistema pubblico di salute della Destra Tagliamento, da condividere con i pazienti, con il volontariato sociosanitario e con i sindaci. Sulle idee che emergeranno da sanitari, pazienti, volontari e sindaci va poi aperto un serio confronto con la Regione. Non dobbiamo, come propone il sindaco Ciriani, aspettare il progetto dell’Assessore Riccardi: siamo noi pordenonesi a dover dire per primi cosa è meglio per la salute dei cittadini della Destra Tagliamento. È dalle idee del territorio e dei suoi cittadini che si deve partire.
È evidente che serve un cambio alla guida del Comune per innescare un vero cambiamento in ospedale e in tutta la sanità pubblica a Pordenone”.