PORDENONE – Due corone di fiori per ricordare i 136 minatori italiani morti nella miniera di Marcinelle, in Belgio, l’8 agosto del ’56.
A depositare i fiori al monumento di piazza Maestri del lavoro sono stati il prefetto Maria Rosa Laganà, il sindaco Alessandro Ciriani e i presidenti delle categorie Michelangelo Agrusti (Unindustria), Silvano Pascolo (Confartigianato) e Luigi Piccoli (Confcooperative).
Una strage, quella di Marcinelle, simbolo di tutti i caduti italiani sul lavoro in Italia e all’estero.
«Abbiamo il dovere di ricordarci dei lavoratori e dei nostri emigranti che hanno onorato il Paese» ha commentato Laganà, promotrice della breve e simbolica cerimonia. «Tanto è stato fatto dall’epoca di Marcinelle, anche se i problemi della sicurezza sul lavoro non sono stati risolti del tutto».
Anche per Agrusti «ricordare quell’evento significa ricordare che anche grazie ai nostri emigranti l’Italia è diventata grande. Questa anniversario, che forse si celebra per la prima volta a Pordenone, cade in un periodo di vacanze e scuole chiuse, ma non per questo dobbiamo sottrarci a commemorare».
Pascolo ha rimarcato che «in quegli anni lo sviluppo è costato caro in termini di vite umane», mentre Ciriani e Piccoli hanno anche sottolineato «l’importanza e l’esigenza di trasmettere ai giovani il ricordo del sacrificio dei nostri nonni e antenati a Marcinelle», nome che evoca anni in cui il lavoro e la vita umana valevano una manciata di carbone.
A commentare l’iniziativa anche Amedeo Bozzer, presidente Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro): «Gli anni passano ma proprio per questo il ricordo va mantenuto vivo per trasmetterlo ai giovani e sensibilizzarli, perché nonostante gli sforzi profusi non siamo riusciti a eliminare morti bianche e infortuni sul lavoro».