Pordenonelegge, Arlecchino e le maschere

PORDENONE – «Un mondo affascinante quello delle maschere: indicano la presenza e la forza degli spiriti della natura e degli antenati. Nella maggior parte di riti e religioni di civiltà passate o presenti, la maschera ha una funzione morale, etica, culturale e sociale insostituibile. Il cammino della maschera è lungo quanto quello dell’uomo. Le più antiche testimonianza dell’uso della maschera provengono da disegni e graffiti rupestri del Paleolitico che possiamo ammirare su pareti rocciose in tutti i continenti».

Queste le parole di Claudia Contin (Arlecchino), attrice e autrice del manuale di storia, etnografia e costruzione delle maschere ‘Persone e ripersonanze’ (edizioni Forme Libere), intervistata da Lorenzo Cardin nell’ex convento di San Francesco per la 25ma edizione del festival letterario. L’evento è stato promosso da 50&Più, il sistema associativo e di servizi di Pordenone che promuove lo sviluppo culturale e sociale in età matura, in collaborazione con Ortoteatro e Comune di Montereale Valcellina.
Interessanti, poi, sono stati i confronti etnografici con maschere di tutto il mondo e le lezioni di fisiognomica grottesca, da Leonardo da Vinci fino alle avanguardie artistiche del primo Novecento.

Per capire i segreti della maschera, così come del portarla sul volto e sul corpo, l’attrice Claudia Contin Arlecchino, che è anche ‘mascheraia’, si è addentrata a fondo nella materia per poi esibirsi, di fronte al pubblico, in uno spettacolo unico capace di trasmettere ogni sua conoscenza.

Nella foto: Arlecchino con i soci di 50&Più a pordenonelegge.




Condividi