Teatro Verdi, esclusiva sabato 27 con il compositore Penderecki

PORDENONE – È considerato uno dei massimi compositori viventi al mondo il grande maestro che sabato 27 gennaio calcherà il palcoscenico del Teatro Verdi di Pordenone nelle vesti di direttore d’orchestra per dirigere un concerto ideato e realizzato in esclusiva per l’Italia in occasione della Giornata della Memoria (inizio ore 20.45).

Il compositore polacco Krzysztof Penderecki, classe 1933, è il musicista di riferimento dell’avanguardia europea oltre ad essere uno dei pochi compositori di musica contemporanea il cui nome sia giunto con successo anche presso il grande pubblico, grazie all’utilizzo di alcune sue composizioni in celebri film, come Shining di Stanley Kubrick, L’Esorcista di William Friedkin, Shutter Island di Martin Scorsese o Inland Empire di David Lynch

L’arte e la musica creano una persistenza virtuosa che illumina il futuro, questa è la visione che sta al centro dell’esclusivo concerto-evento che Penderecki ha appositamente pensato per il Teatro Verdi di Pordenone: guiderà la Sinfonietta Cracovia, una delle migliori orchestre polacche, per proporre un percorso musicale originale dedicato alla Memoria.

Una serata speciale in cui il Verdi ha voluto omaggiare la figura di Krzysztof Penderecki – compositore, direttore d’orchestra e didatta, uno dei massimi esponenti della musica contemporanea in Europa, tra i maggiori innovatori della musica contemporanea – e al tempo stesso esprimere un’inedita sinergia progettuale tra il grande maestro e il teatro pordenonese, che così si conferma tra le più autorevoli realtà musicali e sale da concerto a livello nazionale.

Di profonda fede cattolica (è stato personalmente molto legato a Giovanni Paolo II, cui ha dedicato alcune composizioni), Penderecki è autore di alcune sinfonie, di una monumentale Passione secondo San Luca, ispirata al modello delle Passioni di Bach, e di una Trenodia per le vittime di Hiroshima, lamento nato per non dimenticare una delle più grandi tragedie del Novecento.

A Pordenone, Penderecki dirigerà la sua Quarta Sinfonia che gli era stata commissionata dal governo francese in occasione del bicentenario della rivoluzione francesce nel 1989, l’anno della demolizione del muro di Berlino, da molti punti di vista un anno simbolo della storia europea.

La sinfonia, dedicata al direttore d’orchestra Lorin Maazel, ha ottenuto nel 1992 l’importantissimo premio Grawemeyer Award. Ha come sottotitolo “Adagio” e nel programma pensato per il Teatro Verdi rappresenta la via verso il riconoscimento universale dei diritti degli uomini, da ottenere rivendicando la continuità della storia.

Se l’avanguardia considerava Auschwitz una conseguenza dei valori culturali del passato, e per questo aborriva ogni compromissione acritica con essi, il nuovo umanesimo di Penderecki considera quel periodo drammatico, che la Giornata della Memoria tristemente rievoca, come una mostruosa parentesi in un tragitto fatto di progressive conquiste, non indolori, ma capaci di creare un solido ponte, una persistenza virtuosa che illumina il futuro.

Maciej Tworek sarà sul podio per dirigere le composizioni di Ullmann e Weinberg, insieme ai solisti Jan Kalinowski al violoncello e Marek Szlezer al pianoforte.

“Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz – introduce così il concerto-evento Francesco Antonioni di RAI RADIO TRE – liberandone i pochi prigionieri rimasti in vita e oggi, settantatré anni dopo, una delle migliori orchestre della Polonia, di sede a Cracovia (a poco più di un’ora di viaggio da Oswiecim, come recita il nome attuale della città ove si trova il campo di sterminio) propone un percorso musicale che trae origine da quella vicenda, per guardare con speranza verso il futuro”.

“La scelta degli autori in programma mette la Polonia opportunamente al centro dei travagliati eventi del secolo scorso: Mieczyslaw Weinberg nacque a Varsavia, Krzysztof Penderecki è nato a Dębica, Viktor Ullmann, ucciso ad Auschwitz, era nato nella città di Teschen, che all’epoca faceva parte dell’impero austro-ungarico, ma oggi, con il nome Cieszyn, rientra nei confini polacchi”.




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