Will Salden, musica che fa innamorare. Intervista esclusiva

PORDENONE – Dopo i successi ottenuti con il tour italiano dello scorso dicembre e nelle date europee di questo inizio 2015, la Glenn Miller Orchestra ritorna a grande richiesta nel nostro paese il prossimo 6 luglio.

Per la prima volta nella città di Pordenone, l’ensemble si esibirà al Teatro Giuseppe Verdi con un imperdibile concerto. L’atteso evento è stato organizzato dal Comune di Pordenone e Zenit Srl, in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia.

Lo spettacolo avrà inizio alle 21.30 ed i biglietti sono ancora disponibili sul circuito ticketone.

Will Salden, direttore dell’ensemble swing più famoso al mondo, ha concesso un’intervista in esclusiva a Pordenoneoggi.

Ha iniziato fin da giovane a studiare le opere del grande Glenn Miller. Come è nata questa passione?         

“La mia passione è iniziata molto tempo fa. Sono sempre stato interessato Ho iniziato ad ascoltare lo swing da quando avevo 12-13 anni: Glenn Miller, Benny Goodman, Tommy Dorsey. Da 35 anni ho la mia orchestra, e dal 1990 portiamo la musica di Glenn Miller in giro per l’Europa.

La sua musica è quella che ha fatto innamorare tutto il mondo da 3, anche 4, generazioni. Si può dire che il suo spirito romantico domini la sua arte?

Naturalmente. Sono sempre stato un grande fan dello swing. È il genere di musica in cui esprimo me stesso e tutto quello che mi piace”.

La Glenn Miller Orchestra è l’ensemble swing più famoso al mondo. Qual è il segreto di questo successo?

“Abbiamo avuto l’opportunità di usare gli arrangiamenti originali di Glenn Miller perché siamo l’Orchestra di Glenn Miller per l’Europa, quindi usiamo il suo repertorio. La sua musica era molto famosa negli anni ‘40, è stata ballata molto ed è un tipo di musica il cui successo non è mai tramontato. La gente che viene ad ascoltarci sa di trovare la più fedele riproduzione della musica di Glenn Miller e non rimane mai delusa. Non ci piace seguire le mode. Suoniamo come lo stesso Miller faceva”.

Dopo 30 anni di attività, oltre 4 mila e 400 show assieme alla sua orchestra, che ha estasiato un pubblico di quasi 5 milioni di persone, come riesce a rinnovare sempre l’entusiasmo con cui porta questa musica meravigliosa in giro per il mondo?

“È facile se viaggi. Ogni volta il pubblico è diverso, i posti sono disparati, le acustiche differenti. La situazione cambia di volta in volta. Ogni serata è unica. D’altro canto, cambiamo programma ogni due anni. C’è un sacco di musica degli anni ‘40 che non abbiamo mai suonato ed abbiamo un campo sterminato in cui muoverci. Possiamo cambiare la scelta dei brani ad ogni concerto. Ogni giorno è un giorno nuovo”.

Ricorda brutte esperienze?

“In tanti anni di carriera sarà successo solo 6 volte, ma suonare in Italia è sempre meraviglioso. Il pubblico è stupendo e l’acustica dei teatri impeccabile.

The History of Big Bands è il nome dello spettacolo che porterà al Teatro Verdi di Pordenone il prossimo 6 luglio. Come è nato questo progetto?

Abbiamo deciso di mantenere ovviamente la linea musicale di Glenn Miller, ma abbiamo pensato di fare una panoramica di altri importanti direttori d’orchestra e musicisti degli anni ‘40, sia uomini che donne, come Count Basie, Harry James, Ray Anthony, Benny Goodman, Tommy Dorsey. Un tributo sarà riservato anche alla grande Ella Fitzgerald. Abbiamo scelto di suonare i migliori brani di questi grandi musicisti”.

Ci sono nuovi progetti per il futuro?

“Il prossimo show è previsto per il 2016, ci stiamo ancora lavorando. Non ci discosteremo dalla nostra colonna portante che ovviamente rimarrà sempre Glenn Miller, ma aggiungeremo brani di altri grandi musicisti di quel tempo e soprattutto continueremo a suonare la musica che ci piace di più”.

Daniela Acciardi




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