PRATA DI PORDENONE – Antidemocratica e potenzialmente foriera di disservizi per i cittadini. Questo, in sostanza, il giudizio ribadito dal sindaco di Prata di Pordenone, Dorino Favot, sulla riforma regionale che istituisce le Uti, le unioni territoriali intercomunali (in pratica delle mini-province).
All’indomani del voto contrario all’istituzione dell’Uti Sile Meduna, Favot ha motivato il no secco della sua Amministrazione comunale.
“Innanzitutto la riforma è antidemocratica – attacca – poiché toglie identità ai Comuni e rappresentatività a chi è stato eletto dal popolo. Dato che comporta la creazione di un nuovo ente intermedio, il nostro augurio è che, qualora vada in porto, non comporti costi e/o disservizi per i cittadini”.
Favot è anche entrato nei dettagli del no allo statuto che introduce l’Uti Sile Meduna, votato lo scorso 24 agosto. “Confronto alla legge, lo statuto ci dava qualche punto in più in termini percentuali di peso rispetto agli altri Comuni dell’Uti. Ma avevamo chiesto di avere più del 16% e abbiamo ottenuto il 14%”. Il risultato politico è presto detto: “La quota percentuale dei tre Comuni di centro destra è passata dal 53% al 49%, facendoci scendere in minoranza”.
Ora, mentre va avanti il ricorso di Prata e di altri numerosi comuni della regione contro la riforma, lo statuto deve passare all’approvazione del Consiglio comunale di Prata. “Convocheremo la Commissione statuto e tutti i consiglieri – annuncia il sindaco – per definire una linea condivisa rispetto ad eventuali azioni future”.
Intanto, nell’ipotesi che dal 1 gennaio l’Uti Sile Meduna diventi realtà, Favot e l’assessore Gianni Cereser stanno cercando di tamponare eventuali disagi. “Nei giorni scorsi – riferiscono – abbiamo valutato con l’Atap la possibilità di creare un collegamento pubblico tra Prata e il Comune capofila dell’Uti, in modo da rendere più agevole ai cittadini un eventuale spostamento”.