MERCATO AZIONARIO
La settimana appena conclusa ha portato un contesto di maggiore nervosismo sui mercati, dopo diverse settimane di forte positività che hanno consentito agli indici di attestarsi su livelli di massimo di periodo. Da un punto di vista macro non vi sono particolari elementi di differenza rispetto a sette giorni fa, anzi, negli USA l’indice manifatturiero si è attestato su livelli incoraggianti, suggerendo una buona ripresa delle attività economiche.
La prudenza vista invece nelle ultime sedute riguarda la diffusione del Coronavirus a livello globale, seguendo il flusso di notizie che vede ora focolai di infezione anche al di fuori della Cina. Il timore è che la debacle che colpirà in maniera certa l’economia cinese nella prima parte dell’anno possa assumere connotati più internazionali, tenendo conto degli effetti ‘moltiplicativi’ della globalizzazione economica.
Una parte del mercato ritiene che l’impatto sulla crescita globale possa essere quindi più significativo, se pur sempre in un’ottica di breve medio periodo e non quindi strutturale. Motivo per cui le quotazioni degli indici azionari restano ancora molto vicine ai massimi di periodo, visto le posizioni ancora accomodanti delle banche centrali.
E’ evidente che se questi aspetti sono poco suscettibili di variazione (al pari della questione dei dazi commerciali, praticamente spariti dal ‘radar’ dei fatto di mercato monitorati), quelli incentrati sugli effetti del Coronavirus sono sicuramente più concreti.
In questo contesto, i listini americani hanno chiuso la settimana con leggeri segni positivi ma in netta discesa dai massimi, mentre gli indici europei hanno evidenziato andamenti più deboli, con differenziali molto limitati tra le singole borse. Più sensibile invece la discesa nel mercato giapponese e coreano dove l’impatto delle notizie legate alla diffusione del Coronavirus è stato significativo.
MATERIE PRIME
In ambito materie prime, forte dicotomia tra il notevole e vistoso apprezzamento dei metalli preziosi, tutti in salita nell’ultima settimana e le altre categorie. L’oro torna ben sopra i 1.600 Dollari l’oncia, accompagnato dai rialzi anche di Argento, Platino e soprattutto Palladio. Di segno opposto invece i metalli industriali, soggetti a vendite legati ai timori economici. In progresso il petrolio, attestatosi in chiusura d’ottava in area 53 Dollari al barile, ma in discesa dai massimi settimanali.
MERCATO OBBLIGAZIONARIO
In tema di obbligazionario, da sottolineare ancora una volta le performance positive del porto sicuro per eccellenza quando sui mercati si ripresentano situazioni di tensione e preoccupazioni, ossia i titoli di stato. La positività coinvolge sia quelli europei che l’area Dollaro, a conferma del ruolo di copertura del rischio che tali strumenti hanno assunto nei portafogli degli investitori.
Ne deriva un incremento soprattutto per gli indici che misurano le performance dell’area ‘core’ dell’Eurozona (Germania e Francia) mentre Grecia e Italia sono quelle che meno hanno beneficiato. Tendenza che si conferma invece a livello globale in modo generalizzato: si incrementano infatti le performance dei titoli di stato americani, svizzeri, inglesi, canadesi e australiani.
La stessa Fed, le cui minute relative all’ultimo meeting sono state rese note al mercato, sottolinea come sia necessario un monitoraggio attento delle conseguenze della diffusione del virus. La politica monetaria della Fed si mantiene su un sentiero quindi ancora stabile e adeguato rispetto alle condizioni economiche, anche se il mercato stima per il 2020 altre riduzioni del costo del denaro.
MERCATO VALUTARIO
Dopo la scivolata delle quotazioni dell’Euro nella settimana precedente, qualche segnale di recupero per la valuta europea nei confronti della Sterlina e nella generalità dei cambi valutari. Resta forte invece il Dollaro americano, con il cambio che a cavallo di quota 1,08 si mantiene su aree di minimo di periodo. In flessione il Bitcoin dopo le rivalutazioni delle precedenti settimane.
Dott. Alessandro Pazzaglia Consulente Finanziario Autonomo
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