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venerdì , 22 Novembre 2024

Irpef, pugno duro di Ciriani “Forza Italia: o le scuse o via gli assessori”. Nel mirino anche Polimeni

PORDENONE -Il caso addizionale Irpef rischia di provocare un autentico “polverone” in Consiglio comunale.

Nella serata di ieri, 21 dicembre, c’è stato l’ultimatum del sindaco Alessandro Ciriani, in questi termini: entro due giorni, vale a dire a Natale, o ci saranno le scuse di Forza Italia, in particolare il capogruppo in consiglio regionale Giuseppe Nicoli, con la presa di distanza degli esponenti locali, o gli assessori Andrea Cabibbo e Guglielmina Cucci verranno dimissionati e sostituiti.

A scatenare la tempesta è stata una nota del capogruppo regionale azzurro che ha definito “un’operazione vergognosa l’aumento dell’addizionale Irpef. Consiglierei a Fdi di iniziare a vagliare la razionalizzazione delle spese a Pordenone, puntando a una gestione più oculata delle risorse, tra passerelle e annunci vari”.

Una nota che non poteva passare inosservata e la reazione del sindaco non si è fatta attendere: “Ora basta – attacca Ciriani – se Nicoli attacca così, immagino lo abbia fatto in accordo con i referenti locali. In questo caso mi aspetto, per coerenza, le dimissioni dei due assessori, espressione di Forza Italia, Guglielmina Cucci e Andrea Cabibbo”.

“Quella sull’Irpef – aggiunge il primo cittadino – è stata un’operazione difficile e di responsabilità. Nicoli mandi a tutti i comuni governati da Forza Italia la stessa nota, imponendo l’abbassamento delle tasse. Inoltre, non accetto queste accuse quando Forza Italia governa l’Italia con la sinistra”.

Dulcis in fundo “Per 5 anni, ho sostenuto assessori imbarazzanti e sopperito alle carenze per il bene della città. Il bando delle periferie ne è un esempio eclatante”.

Ciriani, invece, ringrazia gli esponenti della Lega “perché mi hanno informato per tempo dei loro dubbi, concertando la posizione. Il voto del loro assessore è un atto apprezzabile e coerente”.

E, per gettare un altro po’ di benzina sul fuoco, scarica anche il direttore generale dell’Asfo Joseph Polimeni, invitandolo ad assumere “decisioni conseguenti alla sfiducia di dirigenti, medici, personale sanitario, sindacati e sindaci sull’atto aziendale”.

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