PORDENONE – Dal primo febbraio chi è senza Green pass potrà acquistare il quotidiano al supermercato, ma non in edicola. E lo stesso vale per profumi, pentole, televisori o magliette, che saranno in vendita per tutti sugli scaffali della grande distribuzione organizzata, ma non nei negozi specializzati, dove entrerà solo chi ha la certificazione verde.
È una norma assurda e inaccettabile, con cui di fatto il Governo favorisce la concorrenza sleale ai danni dei negozi di vicinato, che già fanno salti mortali per sopravvivere tra calo dei consumi, crisi da Covid e caro bollette – sottolinea Fabio Pillon Presidente di Confcommercio ASCOM Pordenone -.
Abbiamo sempre sostenuto l’utilizzo del Green pass – continua Pillon -, certi che possa essere uno strumento per dare una spinta decisiva alla campagna vaccinale, garantire sicurezza a operatori e Clienti e per non chiudere più le nostre attività. Considerato spesso come un “estremo rimedio” da utilizzarsi per uscire più velocemente dall’incubo della pandemia, nonostante le complicazioni burocratiche e gestionali che derivano dalla sua applicazione, oggi non possiamo permettere che diventi un mezzo per creare l’ennesima disparità fra piccole imprese e grande distribuzione.
Per Pillon «è inammissibile e contradditorio pensare che quando per acquistare alcuni prodotti io non ho bisogno del Green pass se entro in un negozio della grande distribuzione, mentre mi serve se mi rivolgo ai negozi della distribuzione tradizionale». Abbiamo chiesto al Governo di tornare sui suoi passi: «perché il legislatore corregga l’evidente anomalia in tempo per l’entrata in vigore dell’obbligo», «non è solo una legittima questione di principio si tratta di evitare altre perdite di incassi e fatturato a piccole e medie imprese già provatissime».
Pur comprendendo le finalità della norma, e ricordando che i nostri imprenditori sono sempre stati ligi a tutte le diposizioni per evitare o contenere il contagio, allo scopo di poter prima possibile ripartire scongiurando i rischi che tutti conosciamo ribadiamo che ” siamo d’accordo sugli obiettivi ma non sul fatto che per raggiungerli si venga a creare un danno ad alcuni e un beneficio ad altri” – conclude Pillon.