Indici stabili, oro in rialzo e petrolio in calo; Fed e BCE mantengono cautela, mentre la fiducia degli investitori nell’area euro sorprende positivamente
Settimana di pausa per i mercati finanziari globali, con gli indici principali che hanno chiuso senza variazioni di rilievo. L’MSCI World e l’S&P 500 restano invariati, mentre il Nasdaq 100 consolida i guadagni di un anno finora molto positivo (+18,1%). In Europa, Eurostoxx 50 e Ftse Mib confermano la solidità del 2024 con rispettivamente +18,6% e +30,9% da inizio anno. Sul fronte obbligazionario i rendimenti si mantengono stabili: il Treasury decennale americano resta al 4,12%, il Bund tedesco al 2,68% e il BTP decennale al 3,50%. L’oro si conferma tonico (+46,9% da inizio anno), mentre il petrolio continua la fase debole (-15,4%) riflettendo i timori per la domanda globale. L’euro recupera terreno sul dollaro, a 1,16 (+13,2% YTD). Negli Stati Uniti il sentiment dei consumatori è rimasto stabile a ottobre, ma aumentano i timori legati al mercato del lavoro. Il presidente della Fed di New York, John Williams, ha ribadito che ulteriori tagli dei tassi entro fine anno restano un’opzione, in risposta ai rischi sull’occupazione. In Europa il quadro resta eterogeneo: i verbali della BCE confermano che l’attuale livello dei tassi è ritenuto “abbastanza solido” per fronteggiare eventuali shock, mentre il ministro Escrivá ha definito la politica monetaria “appropriata”. Sul fronte macro, però, i dati industriali restano deboli. In Germania la produzione industriale è calata più del previsto ad agosto, così come gli ordini (-0,8%) e le esportazioni (-0,5%), mentre il ministero dell’Economia ha alzato le previsioni di crescita 2025 allo 0,2%. In Italia la produzione industriale è scesa del 2,4% ad agosto, peggior dato da dicembre e ben al di sotto delle attese, anche se il calo non modifica il quadro generale di tenuta dell’economia. Il settore delle costruzioni mostra segnali di stabilizzazione grazie all’aumento dei nuovi ordini. Nonostante il raffreddamento dei dati congiunturali, la fiducia degli investitori dell’area euro è migliorata più del previsto a ottobre, segnale che il mercato continua a credere in una graduale normalizzazione dell’economia nel 2025.
Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario autonomo, www.pazzagliapartners.it
