PORDENONE – Utilizzare meglio di quanto accaduto finora i fondi comunitari. Confcommercio del Friuli Venezia Giulia, in occasione del convegno “Dove sei Europa – come la Ue ci semplifica la vita”, organizzato a Pordenone nella sede di Palazzo Montereale Mantica, lancia alle istituzioni nazionali e regionali l’appello, spiega il presidente regionale Giovanni Da Pozzo, «a non perdere l’occasione, in una fase di perdurante stallo delle risorse pubbliche, di mettere in circolo i finanziamenti che arrivano dall’Unione europea.
“Certamente l’Europa rimane un’incognita – sottolinea Da Pozzo –, e a sua volta deve liberarsi dei vincoli del passato a riuscire a trovare una sintesi più virtuosa tra Paesi con caratteristiche e prospettive di sviluppo molto diverse tra loro. Ma la questione dell’utilizzo dei fondi rimane aperta. I dati che indicano anche nel territorio italiano una gestione a macchia di leopardo tra Nord e Sud confermano l’urgenza di trovare una soluzione».
Anche Alberto Marchiori, presidente di Confcommercio Pordenone e delegato dalla Confederazione nazionale alle Politiche comunitarie, fa emergere la criticità: «Siamo per un’Europa unita che deve cambiare e migliorare. Ma siamo anche altrettanto determinati ad affermare che l’Italia si deve saper scrollare di bosso una burocrazia che, purtroppo, decuplica la burocrazia Ue. Con il risultato di allontanare imprenditori e cittadini e far loro scaricare le responsabilità solo sull’organismo comunitario».
La proposta di Confcommercio Fvg? «Siamo stati superati perfino dagli ultimi arrivati, pure sui fronti del riuscire a fare lobby e di saper creare strategie trasversali con gli altri Stati, un lavoro da tradurre poi in direttive comunitarie. Materia che la politica italiana come anche le rappresentanze imprenditoriali continuano colpevolmente a trascurare. Le richieste al rinnovato europarlamento? Maggiore unificazione dell’Europa, un nuovo sistema bancario, revisione del patto di Dublino. Bisogna inoltre ridare respiro all’economia con politiche che non favoriscano, al contrario, la recessione».