Costituita libera Camera industriali, artigiani, commercianti e agricoltori

PORDENONE – È nata oggi, 2 agosto, a Pordenone, su iniziativa delle categorie economiche, la Libera Camera degli Industriali, degli Artigiani, dei Commercianti, degli Agricoltori e dei Cooperatori della Provincia di Pordenone.

L’annuncio è stato dato in una conferenza stampa convocata in Unindustria Pordenone durante la quale il Presidente di Unindustria, Michelangelo Agrusti, ha precisato che la sede sarà a palazzo Klefisch, sede di rappresentanza della Territoriale di Confindustria.

«Una istituzione autonoma costituita da liberi cittadini cui si potrà aderire al costo di un euro (tutti gli associati alle rispettive associazioni aderenti lo sono già d’ufficio) che manterrà in vita, seppur con funzioni diverse, gli organi dell’Ente camerale – Giunta e Consiglio – con i membri attuali. Una iniziativa – ha precisato ancora Agrusti – condivisa e sostenuta anche dal primo cittadino di Pordenone, Alessandro Ciriani. E’ chiaro che in questo periodo sono in corso trattative con i colleghi udinesi e la Regione finalizzate a esplorare ogni possibilità per sospendere il procedimento in corso».

Alla conferenza, cui hanno partecipato, oltre al Presidente di CCIAA, Giovanni Pavan, anche gli omologhi Silvano Pascolo per Confartigianato Pordenone, Luigi Piccoli per Unione Cooperative Friulane di Pordenone nonché il VP di CCIAA, Cesare Bertoia e un rappresentate di Ascom-Confcommercio Pordenone (Fabio Pillon, che ha offerto una sostanziale apertura e adesione all’iniziativa fatto salvo il passaggio dagli organi dirigenti), è stato detto anche che la Libera Camera è un presidio e al tempo stesso un polmone consultivo a disposizione del territorio.

Per Pascolo «la spoliazione di questo territorio, già iniziata e in fase avanzata, deve essere interrotta». Facendo poi riferimento al positivo accoglimento del Consiglio di Stato rispetto al ricorso proposto dalla Associazione Ance Crotone Collegio Costruttori Edili contro l’accorpamento della stessa CCIAA – analogamente a quanto sta accadendo in FVG (documento allegato) – lo stesso Pascolo ha detto che il rilievo di incostituzionalità evidenziato attiene al fatto che «i decreti delegati non rispettano e rispecchiano la legge delega».

Le categorie, che hanno precisato di non andare in ferie, hanno spiegato anche che a settembre sarà aperta la seconda vertenza Pordenone (dopo quella che negli anni Ottanta permise di portare a casa il completamento della A28 e l’Università) per l’ultimazione della Cimpello – Sequals, la realizzazione del nuovo Ponte sul Meduna, del collegamento tra Interporto e la bretella autostradale e del potenziamento della linea ferroviaria Venezia – Tarvisio.

Pavan ha ribadito che il venir meno di asset strategici come lo stesso Interporto, la Fiera, il Consorzio Universitario e di altre iniziative culturali e di promozione turistica, come ad esempio pordenonelegge.it, penalizzerebbero in maniera definitiva «questo territorio che ne ha bisogno per poter continuare a prosperare».

Piccoli ha infine sottolineato la forte coesione che sta caratterizzando trasversalmente la politica alle iniziative delle categorie.




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