PORDENONE – Si è chiusa ieri, 17 marzo, a Pordenone la 24.edizione del festival Dedica – entusiasmante e caratterizzata dalla particolare e crescente partecipazione di pubblico – costruita attorno allo scrittore franco-afgano Atiq Rahimi.
Ma un imminente “post Dedica” si presenta altrettanto intenso: in settimana, grazie anche alla sensibilità della Bcc Pordenonese che ha abbracciato la proposta dell’associazione Thesis, è infatti in arrivo un’altra portavoce prestigiosa del popolo afgano, Malalai Joya, diventata un simbolo mondiale della lotta per i diritti umani e delle donne in particolare.
Oltre 5 mila le presenze al festival che per una settimana ha coinvolto attorno alla figura di Rahimi- anche grazie alla sua estrema disponibilità, abbinata alla profondità del suo messaggio di artista e intellettuale – l’intera città, a più livelli. Rahimi è stato circondato in ogni circostanza dalla stima e dall’affetto del pubblico.
La sua poetica, i suoi temi, il suo mondo – e con esso la complicata situazione del suo Paese che nel 1984 lo costrinse all’esilio – sono stati oggetto non solo dei dieci appuntamenti in cartellone, che in diversi casi non hanno potuto accogliere tutto il pubblico e della lunga serie di anteprime in regione altrettanto partecipate, o di momenti istituzionali, ma anche di diversi incontri speciali.
Fra tutti quelli con gli studenti (il lungo e approfondito lavoro con le scuole del festival è uno degli aspetti più straordinari e ripaganti di Dedica), con i librai e le librerie, con molti giovani afgani presenti in città e non solo, fra i quali diversi richiedenti asilo, con tanta gente che ha incrociato l’autore anche in giro per la città.
Per otto giorni, grazie a Dedica e ad Atiq Rahimi e grazie all’ampia risonanza che la sua presenza ha avuto sui media regionali e nazionali (e con essa Pordenone e tutto il territorio) il pubblico ha avuto la possibilità di avere uno sguardo alto e privilegiato sull’Afghanistan che soffre ma che è animato da un grande spirito di libertà e di voglia di ricostruzione e di capire meglio anche cosa spinge tanti giovani a lasciare il proprio Paese e cercare nelle nostre città una speranza per il loro futuro.
Con il pensiero e l’impegno rivolto alla 25.edizione, Thesis si prepara ora ad accogliere Malalai Joya, l’attivista afgana salita agli onori delle cronache nel 2003, quando, come delegata dell’assemblea del popolo, pronunciò un discorso con il quale osò apertamente sfidare i signori della guerra, Malalai Joya sarà a Pordenone mercoledì 21 marzo (“Il rumore della speranza”, alle 20.45 nell’auditorium della Regione, ingresso libero fino a esaurimento dei posti) e a Udine giovedì 22 marzo, alle 20.45, nel Teatro San Giorgio (“Finché avrò voce”) dove l’appuntamento, inserito nell’ambito di Calendidonna, è stato organizzato in collaborazione con Vicino/Lontano.
Malalai Joya, insignita di numerose onorificenze internazionali, a Pordenone riceverà un nuovo riconoscimento, che le sarà tributato dalla presidente della Commissione per le Pari opportunità del Friuli Venezia Giulia, Annamaria Poggioli.