PORDENONE – Ha preso oggi, 16 ottobre, il via nel teatro Verdi di Pordenone la 27.edizione del festival Dedica organizzato dall’associazione culturale Thesis, con la direzione artistica di Claudio Cattaruzza, secondo la formula dell’approfondimento che in otto giorni scandaglia l’opera completa dell’autore prescelto attraverso varie espressioni artistiche. Paolo Rumiz, lo scrittore e giornalista triestino al centro dell’omaggio quest’anno, ha incontrato oggi pomeriggio il folto pubblico presente nel teatro Verdi di Pordenone, intervistato dalla scrittrice Federica Manzon. Prima della conversazione e di un video-saluto dell’assessora regionale alla cultura Tiziana Gibelli, Rumiz ha ricevuto dalle mani del neo assessore comunale alla cultura Alberto Parigi il Sigillo della città, prestigioso riconoscimento del Comune di Pordenone.
Il festival proseguirà domani, domenica 17 ottobre, con l’apertura di tre mostre, preceduta da un momento inaugurale in programma alle 10, nell’Auditorium della Regione di via Roma. Due esposizioni saranno ospitate dalla Biblioteca civica. “Luci a nordest. Immagini e parole dal Friuli Venezia Giulia” (aperta fino al 14 novembre nella Sala Esposizioni), è la mostra fotografica di Ulderica Da Pozzo, artista friulana che ama visceralmente la sua terra, il Friuli, alla quale fanno da contrappunto i testi di Paolo Rumiz che di quella stessa terra mette in risalto le tante risorse di bellezza, ma anche le insidiose contraddizioni.
In conferenza stampa, Rumiz ha ricordato che “l’Europa sta fallendo da molti punti di vista ma sempre meglio che essere da soli, le nazioni hanno clamorosamente fallito, non è che chiudendoci possiamo superare nostre crisi , ci troviamo di fronte a una classe burocratica a Bruxelles che non tiene abbastanza conto delle diversità , tre anni fa feci un viaggio memorabile nei monasteri benedettini d’Europa e dallo scambio con cittadini europei veniva fuori l’ idea che il centralismo è demoniaco , io sono d’accordo Europa funziona se valorizza diversità e contemporaneamente è compatta e coerente nei confronti minacce esterne”.
“Oggi ci troviamo ricattati da Egitto Libia Siria Turchia Bielorussia e Ucraina che usano forza urto di questi disgraziati ns frontiere per ricattarci dovremmo essere più coerenti con questo punto vista smetterla da un lato di proclamare principi universali e contemporaneamente tracciare linee filo spinato che sono vergogna nostra bandiera stellata”.
Quanto a Dedica 2021, la Sala Novità della stessa Biblioteca accoglierà invece “Un infinito narrare” (aperta fino al 13 novembre), mostra delle illustrazioni per i libri di Paolo Rumiz di Cosimo Miorelli, illustratore e live painter digitale che vive e lavora a Berlino e si muove fra a illustrazione, fumetto, pittura e spettacoli di live-storytelling.
Il Museo civico di storia naturale Silvia Zenari farà da cornice alla terza mostra, “Il gerundio inverso” (aperta fino al 14 novembre), che vedrà in esposizione mappe, libri, appunti, disegni, testi e memorabilia di Paolo Rumiz offrendo al visitatore la possibilità di confrontarsi con le diverse origini dei meandri fascinosi del suo essere perennemente in viaggio.
I cataloghi delle tre mostre sono curati dal critico d’arte Angelo Bertani.
Nel pomeriggio di domenica il festival si sposterà invece a Sesto al Reghena dove, in collaborazione con il Comune, nell’Auditorium Burovich alle 17.30 è in calendario “Il filo infinito”, evento che si annuncia denso di suggestioni: Paolo Rumiz racconterà il suo omonimo libro, viaggio nei monasteri benedettini, lì dove si sono costruite le fondamenta dell’Europa, con la sola forza della fede e l’incrollabile fiducia nella formula dell’ora et labora. Una narrazione impreziosita dal gruppo vocale femminile
Bodeča Neža diretto da Mateja Jarc, che eseguirà canti gregoriani.