PORDENONE – «La vittima è stata colpita da una ventina di fendenti inferti con il coltello, ma ci sono anche altre piccole escoriazioni su tutto il corpo»: lo ha affermato il Procuratore di Pordenone, Raffaele Tito, riferendosi all’esito dell’autopsia sulla salma di Aurelia Laurenti, la donna di 32 anni uccisa dal compagno Giuseppe Forciniti nella loro abitazione di Roveredo in Piano.
L’esame autoptico, che si è svolto alla presenza del perito nominato dal Tribunale e da quelli indicati da Procura e difesa, è stato piuttosto complesso. «Numerosi fendenti – ha precisato il procuratore Tito – sono stati assestati con notevole forza: quasi tutti i colpi sono andati a segno al viso e al collo della vittima.
L’esame ha evidenziato molta violenza da parte dell’aggressore – ha ribadito Tito -: una violenza ripetuta e i colpi mortali sono più di uno». Non ci sono, invece, novità sul fronte dell’analisi dell’arma del delitto, un coltello da cucina: nei prossimi giorni sarà conferito un incarico tecnico a un perito per esaminare l’oggetto e cercare eventuali tracce di Dna da parte della vittima.
La difesa dell’imputato, affidata all’avvocato Ernesto De Toni, aveva in proposito affermato di essere persuasa di poter dimostrare che il coltello in camera non lo avesse portato il suo assistito.