PORDENONE – Minacce di morte sono state postate su Facebook al giornalista Giuseppe Ragogna, già vicedirettore del Messaggero Veneto. «Sai quanti di noi sparerebbero volentieri alla tua misera persona e a tutti quelli che come te sono affetti irrimediabilmente da disturbi mentali», è il testo del commento apparso sotto il post di Ragogna condiviso da un gruppo social, su temi di migrazioni e populismi.
Il giornalista ha presentato querela nella sede pordenonese della polizia postale. Non è la prima volta che riceve attacchi attraverso i social network e in passato ha già presentato altre due querele per atti diffamatori e minacce.
Sull’episodio è intervenuto il Presidente del Veneto, Luca Zaia, secondo cui “La violenza verbale e fisica è inammissibile e non è mai uno strumento di democrazia. A chiunque essa si rivolga, indipendentemente dal pensiero di ciascuno di noi, la violenza non colpisce soltanto la persona a cui è indirizzata, ma è una minaccia verso tutti coloro che credono nel rapporto civile”.
“Il dibattito e la discussione, a volte anche accesi, possono essere compresi e sono il sale della democrazia. Ma la divergenza di opinioni non può e non deve mai, nemmeno lontanamente, sfociare in violenza, fisica o verbale che sia – sottolinea Zaia -. Lo ripeto, non c’è nessuna giustificazione per l’atteggiamento di certi leoni da tastiera. Certo di interpretare il pensiero di tutti i Veneti per bene rivolgo, quindi, tutta la mia solidarietà a Ragogna. Questi episodi vanno condannati perché non fanno altro che alimentare aggressività, in un momento dove tutti noi dovremmo fermarci a riflettere su quali sono le vere priorità”.