Premiate le Pantere: 53 anni di successi per il calcio femminile in città
PORDENONE – Si sono svolte in Comune le premiazioni delle leggendarie “Pantere del Noncello”, uno squadrone di calcio femminile che dagli anni ’70 si è imposto a livello nazionale. Presenti l’assessore allo sport Walter De Bortoli e l’assessore alle pari opportunità Guglielmina Cucci che hanno consegnato numerosi attestati alle numerose ex atlete convenute, oltre ai premi specifici a Vittorio Re, allenatore di calcio femminile per ben 15 anni, alla capitana Lia Micheluz e a Luciana Marzocchi, record mondiale per aver giocato ben 200 partite nel Pordenone Calcio senza nessuna interruzione.
La storia del calcio femminile a Pordenone inizia nel 1970 da un’idea visionaria di quattro amici: Enea Costalunga, Vittorio Re, Sante Targa e Dino Perin, che decisero di creare una squadra di calcio femminile partendo dal nulla. Si misero quindi alla ricerca di ragazze appassionate di calcio e senza preconcetti, dal momento che la mentalità del tempo era piuttosto chiusa e vedeva le donne solo tra casa e fornelli.
Nacque così l’Associazione Calcio Femminile Pordenone, un gruppo di ragazze, meglio note come le “Pantere del Noncello”, affiatate e molto abili a giocare a calcio, tanto che i tifosi erano inizialmente semplici curiosi che si recavano a vedere le partite per ammirare le gambe delle giocatrici. Ma quando ci si accorse che le ragazze ci sapevano fare col pallone, la tifoseria divenne sempre più numerosa.
Amicizia, condivisione e tanti sacrifici, sia per gli allenamenti svolti a fine lavoro che per le trasferte che impegnavano ore e ore di strada. Costalunga fu il presidente, Re l’allenatore e Lia Micheluz la capitana.
Quest’ultima ha sempre guidato la squadra alla conquista di ottimi risultati. Ancora viene ricordata mentre incitava le compagne gridando “Sù sù, tose, via dall’area! Tirè lontan e alta quela bala, che la se suga!”.
Grazie alla formazione standard, formata da Gaspardo, Camerotto, Romano, Sacilotto, Viel, Sist, De Nadai, Venchiarutti, Poles, Miotto, Zorat, Cancian, Marzocchi, Micheluz, Perin, Salvetti, Marchiol, Frascati, Giacomini, Morson, Toneguzzo, Avon, Carrino, Bomben, Pignoloni e Cadamuro, nel 1970 le Pantere vinsero il campionato Triveneto a Modena.
Nel 1972 a Roma si aggiudicarono la finale contro l’Alaska Lecce, entrando di diritto in Serie A. Memorabile fu la trasferta in Germania, dove le ragazze ottennero una vittoria esaltante e il pubblico italiano là residente le portò in spalla a fare il giro del campo davanti a 4000 spettatori.
Solo recentemente il calcio femminile è passato da amatoriale a professionista. Un passo in avanti che si è potuto realizzare anche grazie all’iniziativa – allora stravagante – di quei 4 visionari pordenonesi che 53 anni fa avevano creduto in queste ragazze caparbie e piene di forza di volontà.
Oggi queste atlete sarebbero prontissime a tornare in campo, se non fosse per qualche primavera di troppo. Negli occhi hanno tutta la gioia di allora, ricordando con emozione il piacere di stare insieme, i sacrifici e le fatiche di quegli anni, in cui dilagava lo scetticismo maschile – che le derideva – oltre a quello vissuto nelle loro stesse famiglie. Eppure, che soddisfazione giocare nello stadio di Pordenone ed essere pioniere per tante altre generazioni di calciatrici!
«Una squadra unita ancor’oggi – afferma con entusiasmo l’assessore De Bortoli – conscia di aver cambiato il corso della storia sportiva locale, spianando la strada alle nuove generazioni. Queste grandi donne hanno veicolato un bellissimo messaggio di uguaglianza di genere e di emancipazione, allora proprio come oggi».
Dichiara l’assessore Cucci: «Il calcio femminile oggi è una realtà consolidata, pur tra le tante difficoltà che ancora sussistono nell’ambito degli sport femminili, anche grazie ai brillanti risultati raggiunti dalla nazionale azzurra.
Dietro ad ogni risultato della donna c’è un lungo lavoro di conquista di diritti, cambiamento culturale, rottura di stereotipi e pregiudizi. In questo caso l’Associazione Calcio Femminile Pordenone è stata pioniera in Italia, contribuendo a quella che è stata una vera e propria rivoluzione culturale.
L’impegno e la grinta delle nostre Pantere hanno avuto però la meglio su tutto, portandole fino alla serie A. Sono passati 53 anni – conclude l’assessore Cucci – e il Comune ha voluto omaggiarle con un riconoscimento, affinché le loro gesta vengano riconosciute e rimangano nella memoria collettiva della nostra città. Pordenone è orgogliosa di questo loro importante tassello nel cammino delle donne sui sentieri della parità: un percorso sul quale come Assessorato e Amministrazione siamo al lavoro ogni giorno e per il quale possiamo considerare l’A.C.F. un grande partner e supporter».