PORDENONE – Un accordo per lo sviluppo di un primo collegamento ferroviario tra il Porto di Trieste e l’Interporto di Pordenone, che prevede anche l’accettazione e la consegna del carico marittimo e intermodale nella Destra Tagliamento, è stato sottoscritto nei giorni scorsi tra i due enti e Confindustria Alto Adriatico che oggi ne hanno illustrato i dettagli in conferenza stampa.
Alla base dell’intesa, la cui operatività è prevista entro la metà del prossimo febbraio con un flusso di circa 70 container (andata e ritorno) al giorno, la necessità individuata dalla Territoriale, maturata nell’ambito delle attività di sviluppo economico del Friuli Venezia Giulia, di implementare efficienti collegamenti ferroviari intermodali con il sistema portuale regionale attraverso l’utilizzo di tutte le strutture logistiche regionali esistenti tra cui il Porto di Trieste, l’infrastruttura più importante nel Nord Est del Paese per i traffici marittimi in import ed export – in particolare per i traffici di container e intermodali di UTI (Unità di Trasporto Intermodale) – e Interporto Pordenone, elemento catalizzatore logistico dell’area industriale del Pordenonese e delle province.
«Cogliamo, con l’attuazione di volontà e strategie immaginate nel tempo, uno dei frutti della creazione di Confindustria Alto Adriatico – ha spiegato il Presidente Michelangelo Agrusti – che sarebbe nulla se si riducesse a un fatto burocratico, di cui a noi è sempre interessato poco». Entrando nel merito dell’accordo, Agrusti ha detto che le ultime positive vicende del Porto di Trieste rappresentano ulteriore elemento di «internazionalizzazione e creano le premesse affinché esso diventi sempre più concorrenziale rispetto ai competitor del Nord Europa. Noi facciamo la nostra piccola parte che riteniamo comunque importante in un quadro di integrazione delle realtà logistiche regionali».
Una partnership che per il Presidente di Confindustria Alto Adriatico «riguarda l’intero Nord Est, in particolare l’area trevigiana che potrà trovare nella nostra portualità e nella nostra infrastruttura una soddisfazione importante ai propri bisogni logistici». La direzione intrapresa con Porto e Interporto, sempre per Agrusti, «è oramai elemento non solo strategico ma necessario perché, in ottica green, fermo restando che poi ognuno opera come desidera, ossia su ferro o su gomma, le politiche europee si muovono tutte sul primo. Nel 2021 – ha concluso – eserciteremo lo sforzo più stringente per la trasformazione digitale del sistema imprenditoriale così come l’autorità portuale, il cui processo è in fase più che avanzata. Perché la digitalizzazione tra tessuto economico, logistica e formazione, sarà l’asset vincente per il futuro dell’economia non solo di questa parte del Paese ma di tutto il Paese».
Nel dettaglio, come ha spiegato l’AD di Interporto Centro Ingrosso, Giuseppe Bortolussi «creeremo un collegamento dedicato di 120 chilometri tra Interporto e Porto di Trieste. Un tratto breve che però insiste in un’area logisticamente felice rispetto ai Balcani, ai mercati Occidentali e naturalmente alle aree contermini, Veneto in particolare».
Epocale è, secondo Bortolussi, il fatto che Pordenone, Trieste e il FVG si stiano occupando di creare sinergia tra industria e logistica, «prima terziarizzata ad altri». Fondamentale al perfezionamento dell’accordo è stato, sempre secondo l’AD di Interporto, l’incontro dello scorso ottobre tra produttori e logistica propiziato dal Presidente Agrusti, «perché ha innescato una prima presa di coscienza da cui è poi derivata la sinergia. Il treno – ha concluso Bortolussi – non è solo un simbolo, ma concretezza (green) che favorirà, nella cosiddetta riconversione resiliente della futura industria circolare, asset importanti come i nodi di Pordenone e Trieste».
Zeno D’Agostino, Presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, ha ricordato come «l’incremento di soggetti nella rete portuale di Trieste fa crescere il valore dei soggetti e della rete, è un concetto fondamentale della logistica dei trasporti». Secondo D’Agostino, inoltre, l’accordo si innesta perfettamente nel tema su cui il Porto, negli ultimi anni, ha investito parecchie risorse, vale a dire l’ospitalità garantita a flussi di traffico che in qualche modo parrebbero aver poco a che vedere col contesto territoriale.
«In questi anni ci siamo impegnati per permettere a quei flussi di creare economie di scala per lo sviluppo di servizi che sarebbero poi però dovuti diventare valore per le realtà esistenti sul territorio. Ed è stato così. Perché senza quei flussi– ha aggiunto D’Agostino – oggi non saremmo in grado di comporre treni verso l’Europa; essi ci consentono al contrario di creare realtà intermodali che mettiamo a disposizione del contesto produttivo del territorio». D’Agostino ha concluso ringraziando ringraziato Confindustria Alto Adriatico «per aver compreso questo genere di messaggio, bisogna avere una capacità più ampia di vedere al di là dell’orizzonte locale affinché ciò accada».
Operativamente, Confindustria Alto Adriatico e Porto di Trieste si faranno carico della promozione del servizio presso le aziende industriali, gli operatori logistici del territorio e le compagnie marittime che scalano Trieste, stimando i flussi di carico che trovano origine e destinazione nell’area Pordenonese e circostante. Interporto, in qualità di gestore istituzionale del nodo logistico, predisporrà il piano progettuale operativo e commerciale del servizio, individuando i soggetti da incaricare della sua realizzazione e mantenimento regolare. Interporto si attiverà inoltre per individuare eventuali forme di sostegno dell’iniziativa nella fase di start-up del progetto.