Volatilità Estiva: Nasdaq sprofonda tra tensioni Geopolitiche e preoccupazioni commerciali

Mentre l’estate entra nel vivo, i mercati hanno già molto da affrontare, dal valutare il percorso dei tassi di interesse della Federal Reserve al cuore della stagione degli utili. Ma la corsa presidenziale del 2024 continua a fare notizia. Una settimana dopo un tentativo di assassinio del repubblicano Donald Trump, il presidente Joe Biden ha dichiarato domenica che non si ricandiderà e ha appoggiato la vicepresidente Kamala Harris come candidata democratica. La sua decisione a meno di quattro mesi dalle elezioni di novembre minaccia di alimentare le oscillazioni di Wall Street. I future sulle azioni statunitensi sono per ora positivi nelle prime contrattazioni asiatiche di oggi, mentre il dollaro è scivolato contro la maggior parte delle principali valute. Inoltre, questa settimana segna l’inizio della stagione della pubblicazione delle trimestrali in America, un evento che storicamente influisce notevolmente sui mercati finanziari. Da segnalare la correzione del Nasdaq, trainato principalmente da una sell-off del settore tecnologico e dalle preoccupazioni legate al commercio con la Cina.  La correzione di circa il 10% nel settore dei semiconduttori la scorsa settimana è stata infatti causata dalle preoccupazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Inoltre, l’incertezza politica legata alle elezioni presidenziali del 2024 ha aumentato la volatilità del mercato. Elemento positivo; il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita globale per il 2025, portandole al 3,3% rispetto al 3,2% della precedente stima di crescita. La settimana entrante sarà piena di eventi e di dati da seguire. Martedì, domani, sarà pubblicato l’ultimo indicatore della fiducia dei consumatori dell’Eurozona. Mercoledì verranno pubblicati i Pmi (indici redatti dai direttori acquisti) di Giappone, India e Eurozona, mentre Giovedì gli occhi saranno puntati sugli Stati Uniti, che pubblicheranno la prima stima del PIL per il secondo trimestre.

Mercato Azionario

Nell’ultima settimana, il mercato azionario ha mostrato una forte volatilità, influenzata da una serie di fattori macroeconomici e geopolitici. L’indice S&P 500 ha chiuso la settimana in ribasso dell’1,96%, registrando il maggior calo percentuale settimanale da metà aprile. Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato lo 0,7%, segnando il terzo guadagno settimanale consecutivo. Il Nasdaq Composite ha chiuso la settimana con una perdita del 3,7%, segnando anch’esso il maggior calo percentuale settimanale da metà aprile.

Anche i mercati europei sono scesi sulla scia di quelli americani. La scorsa settimana, i mercati azionari europei hanno subito una flessione significativa, influenzati principalmente dalle crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. L’indice paneuropeo STOXX Europe 600 ha chiuso con un calo del 2,68%. Tra i principali indici continentali, il DAX tedesco è sceso del 3,07%, il CAC 40 francese ha perso il 2,46%, mentre il FTSE MIB italiano ha registrato una diminuzione dell’1,05%. Questi cali sono stati alimentari da una serie di fattori, tra cui la debolezza dei dati industriali nell’Eurozona e le preoccupazioni relative alle politiche monetarie future della Banca Centrale Europea; le dichiarazioni in settimana di Christine Lagarde, hanno indicato incertezza sulle decisioni future di politica monetaria e hanno contribuito alla volatilità dei mercati azionari europei.

Per quanto riguarda i mercati asiatici, l’economia cinese ha registrato un’espansione del 4,7% su base annua, molto più lenta del previsto, dopo essere arrivata al 5,3% nei primi tre mesi del 2024. Il rallentamento è attribuito a debolezze economiche di ampia portata, con l’impatto più significativo dalla domanda interna, dove le vendite al dettaglio hanno registrato il ritmo più lento degli ultimi 18 mesi. I prezzi delle nuove costruzioni residenziali sono scesi al ritmo più veloce di quasi un decennio, mentre il Paese continua a fare i conti con la crisi immobiliare in corso.

Mercato Obbligazionario

Il mercato obbligazionario ha registrato movimenti significativi. I rendimenti dei titoli di Stato USA a 10 anni sono aumentati di 5 punti base, chiudendo la settimana al 4,24%. Questo aumento è stato in gran parte dovuto alle aspettative di una politica monetaria più restrittiva da parte della Federal Reserve, in risposta ai segnali di inflazione persistente. Al contrario, i rendimenti dei titoli di Stato europei hanno avuto una tendenza opposta: il Bund tedesco a 10 anni è sceso di 2 punti base, mentre il BTP è rimasto invariato.

In settimana, nella sua riunione di politica monetaria, la Banca Centrale Europea (BCE) ha lasciato invariato il tasso sui depositi al 3,75%, come ampiamente previsto. Tuttavia, la Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha dichiarato che un taglio dei tassi a settembre sarà una possibilità ancora “tutta aperta”. L’inflazione annuale dell’Eurozona si è confermata al 2,5% a giugno rispetto al 2,6% del mese precedente, segnando un rallentamento in linea con le aspettative e la parte ancora definita “vischiosa” è imputabile all’inflazione dei servizi. Tassi più bassi per l’Europa si potrebbero tradurre in un potenziale calo dei costi di finanziamento per le aziende e i governi europei, quindi potenzialmente in un impatto positivo sul mercato del credito in euro.

Materie Prime

Le materie prime hanno vissuto una settimana contrastante. Il prezzo del petrolio del Wti è sceso del 4.58%, chiudendo a 78,58 dollari al barile, a causa delle preoccupazioni sulla domanda globale e dell’aumento delle scorte negli Stati Uniti. D’altra parte, l’oro ha visto una modesta discesa dello 0.48%, chiudendo a 2401 dollari l’oncia, sebbene avesse fatto pensare ad un allungo avendo toccato i 2480 ma poi ha ripiegato.

Mercato delle Valute

Nel mercato delle valute, il dollaro USA si è rafforzato leggermente rispetto alle principali valute. L’euro è rimasto stabile contro il dollaro, chiudendo a 1,09 USD, anche se si era rafforzato nelle ultime settimane. Bitcoin in rimbalzo tecnico dalle correzioni delle ultime settimane ricollocandosi intorno ai 68.000 dollari con un più 12,13% solo nella settimana appena conclusa.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it




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