LESTANS – Donne a cui hanno strappato la voce. Donne in bilico tra passato e futuro, tra crudeltà e speranza. Donne aggrappate al presente attraverso una macchina fotografica.
“They took away our voice. So we will tell our story through pictures instead” (Si sono presi la nostra voce. Allora noi racconteremo la nostra storia con le immagini) è il titolo della eccezionale mostra fotografica che Lestans ospiterà dal 23 novembre all’8 dicembre 2024 in Villa Savorgnan a Lestans (PN) e che raccoglie oltre cinquanta scatti di donne che frequentano la scuola di fotografia del campo profughi di Diavata (Grecia).
La “Photography School” nasce nel nord della Grecia nel novembre del 2020 all’interno di Casa Base, il “safe space” creato dall’Ong QRT (Quick Response Team) per la popolazione femminile del campo profughi di Diavata, a nord di Salonicco. A fare da tutor in questo progetto è il friulano Mattia Bidoli.
“All’interno della struttura – spiega Bidoli – abbiamo creato un’aula di fotografia dove le ragazze e donne che vi partecipano possano sentirsi al sicuro e libere di esprimersi. Fotografare è un mezzo per creare una relazione, un mezzo per guardare agli altri e al mondo in modo personale, intimo, ti stimola a esplorare, a conoscere e conoscerti. Ti insegna a non avere paura”.
“La fotografia è in grado di cambiarti: sia che tu stia da una parte o dall’altra dell’obbiettivo alcune foto hanno il potere di evocare contenuti emotivi, pensieri e significati dei quali alle volte non si è consapevoli a un primo sguardo” commenta ancora Bidoli.
“They took away our voice” è un progetto nato l’8 novembre 2021, durante una serata organizzata dal Circolo Fotografico Palmarino, quando Mattia ed alcune delle sue allieve fotografe sono state ospiti in diretta web da Diavata, Grecia: “ci siamo subito resi conto che bisognava far conoscere a tutti quei volti, quelle voci e quelle storie. Portare tra noi quella loro fortissima preghiera per immagini: nessun muro di pietra è invalicabile, sono ben più difficili da abbattere i muri che gli uomini costruiscono nei confronti dell’altro. Auspichiamo che il messaggio positivo di questa mostra venga raccolto e possa aprire una breccia nel cuore degli uomini.
“La fotografia è l’espressione dell’animo umano, crea una relazione, parla più di mille parole. Le immagini di questa mostra trasmettono in modo dirompente la condizione di donne a cui hanno strappato la voce, donne in bilico tra passato e futuro, tra crudeltà e speranza. Donne che si trovano a dover affrontare problemi come la negazione della libertà di parola e di pensiero, l’essere data in sposa in età infantile, l’istruzione negata, la condizione di vita sospesa come in un limbo in un campo profughi; ma anche la presa di coscienza di sé, la speranza di un futuro migliore, il desiderio di riscatto e libertà. Donne aggrappate al presente attraverso una macchina fotografica che consente loro di parlare di sé e portare il loro messaggio oltre il muro del campo profughi. Il Comune di Sequals è orgoglioso di ospitare questa mostra in prossimità della “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, perché al di là del luogo geografico di appartenenza, della cultura e della religione, ogni persona, ogni donna, ha una storia, un volto, una speranza legittima di una vita senza violenza” è il commento del Sindaco del Comune di Sequals, Enrico Odorico.
“Questa mostra ha un impatto dirompente sulle coscienze come lo ha avuto la fotografia nella vita di queste donne. Il Comune di Palmanova è stato orgoglioso di realizzarla ed è ora felice che possa trovare spazio e valorizzazione in altri luoghi dove poter ampliare il suo messaggio. La mostra prosegue il suo viaggio che finora ha toccato lo Stellini di Udine, gli spazi espositivi di Merano, Berlino, fino al museo delle donne di Hittisau in Austria ed ora torna in Friuli con il suo grido di pace”, commenta Silvia Savi, assessore alla Cultura del Comune di Palmanova, che ha contribuito con entusiasmo alla realizzazione della mostra.
Dal 2020 ad oggi sono più di 40 le ragazze e donne del campo di età compresa dai 10 ai 34 anni che hanno preso parte alla scuola di fotografia. Provengono da Afghanistan, Iran, Kurdistan, Iraq, Siria ed hanno alle spalle storie di oppressione, di paura, di dolore, ma anche di speranza e riscatto.
Con le loro opere fotografiche queste donne hanno all’attivo diverse mostre fotografiche in Europa e collaborazioni di prestigio anche con l’Agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR), Medici Senza Frontiere, Art 4 Humanity e diverse realtà.
I loro lavori sono apparsi su diversi quotidiani e magazine internazionali (CNN, il Venerdì di Repubblica) e le foto si sono aggiudicate diversi premi e i riconoscimenti tra cui il “Single Shot” Festival della fotografia etica; il World Peace Photo Award; il First prize photography “Champion of Equality; il secondo posto a “Roma Fotografia”.
L’esposizione è ideata dal Circolo Fotografico Palmarino in collaborazione con CRAF e con il sostegno dei Comuni di Sequals e di Palmanova.
APERTURA E ORARI MOSTRA
Dal 23 novembre all’8 dicembre 2024:
da Lunedì a Giovedì 14:00-19:00
Venerdì, Sabato e Domenica: 09:00-12:00 e 14:00-19:00
Disponibili per visite guidate gruppi e scolaresche anche al mattino.
Contatti:
Cellulare :3381487127
Mail : [email protected]