La settimana si è chiusa in territorio positivo per la maggior parte degli indici globali. L’MSCI World (+0,57%), lo S&P 500 (+0,68%) e soprattutto il Nasdaq 100 (+1,93%) hanno beneficiato del rinnovato entusiasmo sul comparto tecnologico, trainato dall’annuncio di Nvidia di un maxi-investimento da 5 miliardi di dollari in Intel e dal piano da 2,7 miliardi per sostenere startup AI nel Regno Unito. Bene anche l’Eurostoxx 50 (+1,30%), mentre il Ftse Mib ha segnato un -1,13%, frenato da realizzi dopo il rally dei mesi precedenti.
Sul fronte obbligazionario, i rendimenti decennali hanno mostrato variazioni marginali: Treasury USA al 4,11% (+0,09%), Bund al 2,71% (+0,06%) e BTP al 3,55% (+0,07%).
Tra le materie prime, oro ancora in progresso (+0,28% settimanale e +38,9% da inizio anno), sostenuto dal contesto di tassi in calo e dalla ricerca di beni rifugio, mentre il petrolio ha registrato un +1,91% sulla settimana.
Sul mercato valutario, l’euro ha guadagnato lo 0,76% contro dollaro, portandosi a 1,18.
I dati macro della settimana hanno restituito un quadro disomogeneo. In Europa e in particolare in Germania i prezzi alla produzione sono scesi oltre le attese, mentre il governo ha approvato il bilancio 2025 puntando a inaugurare una “nuova era di spesa”. L’inflazione dell’eurozona è rimasta stabile al +2,0% a/a, con l’Italia che ha confermato +1,6%. Nel Regno Unito l’inflazione invariata al +3,8% (ancora la più elevata tra le grandi economie avanzate), vendite al dettaglio in aumento (+0,5% m/m), ma disoccupazione al 4,7%, vicino ai massimi di 4 anni. In America invece, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono scese a 231.000, mentre le vendite al dettaglio hanno superato le attese (+0,6% m/m). Per finire la Cina dove la produzione industriale e vendite al dettaglio crescono meno delle attese, confermando un rallentamento congiunturale.
Sul fronte politico, la Francia ha visto nuove proteste sindacali contro le politiche di austerità, con pressioni crescenti sul presidente Macron. In Spagna, il ministro dell’economia ha rivisto al rialzo la crescita attesa per il 2025 al +2,8%. In Italia, l’upgrade di Fitch sulle prospettive fiscali resta un possibile driver di fiducia per i mercati. Sul piano corporate, oltre ai movimenti nel settore tech, il lusso resta osservato speciale con indiscrezioni su una possibile acquisizione di Armani da parte di LVMH.
Il momentum positivo dei mercati azionari globali, alimentato dal taglio dei tassi della Fed e dalle aspettative di ulteriore allentamento monetario, convive con dati macro eterogenei e con tensioni geopolitiche ed energetiche. L’oro resta ben impostato per un quinto guadagno settimanale consecutivo, mentre il petrolio oscilla in un range ristretto tra timori di domanda USA e strategie europee di riduzione delle importazioni di GNL russo.
Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario autonomo, www.pazzagliapartners.it
