FVG – Non è più solo il tempo della solidarietà, ma quello della richiesta di tutela e di inasprimento delle pene per chi usa violenza nei confronti di rappresentanti delle forze dell’ordine e dei giornalisti. Non dobbiamo attendere che muoia un poliziotto, o un carabiniere, o un giornalista o un’altra persona che per il suo lavoro viene esposta ai disagi e alla violenza. È troppo semplice dire che solo una piccola parte delle persone che manifestano sono violente, perché deve essere in capo a chi organizza i cortei la responsabilità di allontanare i facinorosi come, allo stesso tempo, deve essere in capo a chi organizza la responsabilità di utilizzare slogan meno duri e forieri di grande contrapposizione.
La buona fede delle persone che scendono in piazza per manifestare pacificamente non può essere ostaggio di chi intende creare contrapposizione sociale, finalità che ben emerge attraverso i resoconti autentici delle giornaliste e dei giornalisti che per lavoro documentano quanto ormai quotidianamente avviene in alcune piazze italiane. Quanto accaduto ieri a Udine è solo l’ultimo episodio in ordine di tempo che attesta quanto pericolosi siano alcuni cortei di protesta per chi deve documentare il loro svolgimento. L’informazione e il lavoro sono due diritti tutelati dalla costituzione e come tali devono essere garantiti. Chi usa violenza nei confronti dei giornalisti e delle forze dell’ordine deve andare subito in galera e ci deve rimanere per un bel po’. Per questa ragione è importante che dalle istituzioni preposte parta la costituzione di un tavolo di confronto con il settore dell’informazione per costruire un percorso normativo di tutela per i giornalisti e di responsabilità per chi delinque travestito da pacifista.
Andrea Bulgarelli, coordinatore regionale Figec Cisal Fvg
Renato D’Argenio, fiduciario Figec Cisal Udine
Andro Merkù, consigliere Figec Cisal per il Fvg
