MERCATO AZIONARIO
Il mercato azionario americano chiude la settimana con un risultato positivo. Nelle ultime settimane gli indici hanno più volte testato importanti livelli tecnici proprio per verificarne la tenuta. Le borse, ricordiamo, avevano intrapreso un cammino “pericoloso” di continue discese a partire dal simposio di Jackson Hole e l’atteso rialzo dei tassi della Bce poteva deteriorare giovedì scorso la situazione. Invece, si è innescato un corposo rialzo. I mercati cercano quindi di ritrovare l’equilibrio perso, guardando avanti. Dopotutto il mese di settembre sarà ricco di appuntamenti importanti; la riunione della Bce e Fed, i dati sull’inflazione Usa, le dinamiche di geopolitica e le questioni relative al caro energia.
Dove si andrà ora? Beh, il mantenimento dei supporti è molto importante. Segna due aspetti. Il primo che per ora sono stati evitati ulteriori ribassi. Il secondo, sempre che non ci siano altri “intoppi”, che si possa abbozzare un allungo almeno fino all’area di prezzo raggiunta dagli indici prima della correzione estiva.
Ovviamente, la situazione rimane ancora molto complessa. Senza tesi o ipotesi che potrebbero essere premature perché o troppo ottimistiche o pessimistiche, guardiamo a ciò che proverrà dagli utili aziendali e ovviamente alla politica monetaria.
Rimaniamo per ora con una view neutrale sui mercati azionari.
MERCATO DELLE MATERIE PRIME
In ambito materie prime, in calo il gas (-9%) mentre il petrolio torna sopra quota 85$. Segni più marcati per i metalli preziosi (oro stabile in realtà a 1.715 $), nickel (+12%) e grano (+7%).
MERCATO OBBLIGAZIONARIO
In settimana deciso rialzo dei tassi di interesse in zona euro con + 0,75 bp. Giovedì scorso segna un cambiamento epocale per tre motivi. Il primo perché pone fine al periodo dei tassi a “0” durato a lungo. Il secondo perché chiarisce la posizione della Presidente Lagarde, che sembra quasi voler emulare toni e atteggiamenti del collega Powell verso il problema dell’inflazione. Terzo perché evidenzia che parte del problema del caro materie prime, è da ricollegare al dollaro.
Quest’ultimo aspetto del 2022 ossia il rafforzamento del dollaro ha portato a noi europei sia vantaggi che svantaggi economici. Se da un lato ci ha favoriti nelle esportazioni dall’altro ha reso sempre più care le materie prime finendo per esacerbare il rialzo dei prezzi finali. Il rialzo dei tassi, quindi, è una dichiarazione di guerra all’inflazione a tutto tondo.
Quale saranno quindi i tracciati futuri della politica monetaria? Le mosse delle banche, lo sappiamo, sono state prese ahimè in ampissimo ritardo. Lo possiamo vedere dai rendimenti dei titoli di stato. E ora le banche centrali corrono dietro all’inflazione. In più, la Bce, ha parlato della necessità di far dimagrire il proprio bilancio. In conclusione questo significa che nei prossimi mesi ci saranno sicuramente altre strette.
MERCATO DELLE VALUTE
L’euro ha reagito secondo quanto deciso dalla Bce, rafforzandosi rispetto al dollaro con un +0,8% in settimana, mentre le cryptos, nel clima da risk – on, sono state premiate, il Bitcoin a + 6,7%.
Dott. Alessandro Pazzaglia, Consulente Finanziario Indipendente, iscritto all’Albo delibera. 1081 del 18/04/2019. Info mail [email protected]