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sabato , 21 Dicembre 2024

Captain Salvation apre le 37^ Giornate cinema muto

PORDENONE – Un possente dramma del mare. Una grande storia di redenzione e d’amore. Un capolavoro dimenticato. Tutto questo, e molto altro ancora, è Captain Salvation, il film che inaugura la 37a edizione delle Giornate del Cinema Muto al Teatro Verdi di Pordenone sabato 6 ottobre alle 20.30. Una scelta coraggiosa che privilegia il gusto della scoperta rispetto ad un’altra che fosse andata su titoli e divi più conosciuti. Oggi pochi ricordano il nome di John S. Robertson, eppure il regista di Captain Salvation era, a Hollywood, tra i più attivi (celebre la sua versione di Jekyll con John Barrymore del 1920) e stimati (Hitchcock citava due film di Robertson nella lista dei suoi preferiti).

Il capitano del titolo è Lars Hanson, grande interprete shakespeariano a teatro e dei drammi di Victor Sjöström con Greta Garbo sullo schermo. È interessante notare quanto la connessione scandinava sia rilevante in Captain Salvation. Oltre alla presenza nel cast di Hanson, del direttore della fotografia William Daniels e dell’aiuto regista Millard K. Wilson, cha avevano lavorato con la Garbo e Sjöström, ci sono tali e tante somiglianze formali con il cinema svedese da far ritenere a qualche rivista dell’epoca che il film fosse stato girato in Svezia. La storia, tratta da un romanzo di Frederick William Wallace, è ambientata in una città costiera del New England, e racconta di un seminarista che torna al suo villaggio per assumere la funzione di pastore e sposare la sua fidanzata.

Il futuro gli si prospetta sereno quando un evento imprevisto sconvolge la vita sua e della comunità. Una notte, colpita da una tempesta, una barca alla deriva sbarca sulla spiaggia una ciurma di disperati tra i quali una prostituta di cui nessuno vuole prendersi cura. Per amore cristiano viene protetta solo dal seminarista, che pagherà il suo gesto con l’avversione e l’ostracismo dei bigotti del villaggio. È un’opera che ancora oggi “stimola la mente e fa battere il cuore”, come sottolineò la critica dell’epoca, e risulta davvero strano che un tale capolavoro possa essere stato dimenticato per tanto tempo.

Alle Giornate Captain Salvation sarà proiettato in una copia a 35mm della Warner restaurata per l’occasione dal Packard Humanities Institute, con una nuova partitura musicale di Philip Carli, anche sul podio a dirigere l’Orchestra San Marco di Pordenone.

La serata si aprirà con un sentito omaggio all’ultima star vivente del cinema muto, Baby Peggy, al secolo Diana Serra Cary, che tra pochi giorni compirà cento anni. Le Giornate, di cui l’ex attrice bambina è stata ospite nel corso di più edizioni, la festeggiano con il cortometraggio Our Pet, del 1924, riscoperto in Giappone due anni fa e dopo un lungo e impegnativo lavoro di preservazione restituito alla visione del pubblico.

Al via nella giornata inaugurale anche le altre rassegne. Alle 14.30 per la retrospettiva dedicata a Honoré de Balzac ci saranno i tre adattamenti del 1909 de La grande bretèche, rispettivamente italiano (Spergiura, di Luigi Magni e Antonio Ambrosio), francese (La grande bretèche di André Calmettes) e americano (The Sealed Room di D.W. Griffith).

Questo programma offre la rara opportunità di confrontare stili cinematografici diversi (da sottolineare il realismo preciso e raffinato, curato nei minimi particolari, della versione italiana) insieme alle peculiarità nazionali dell’adattamento cinematografico di un racconto con temi piuttosto scabrosi per l’epoca.

Alle 15.15 per l’omaggio a Kevin Brownlow (premio Oscar alla carriera e sin dalle prime edizioni amico e collaboratore delle Giornate), in occasione dei 50 anni della pubblicazione del suo libro The Parade’s Gone By…, pietra miliare per lo studio del cinema muto, viene presentato il western The Covered Wagon di James Cruze, 1923, girato per la maggior parte in esterni, tra lo Utah e il Nevada.

Alle 17, per la rassegna dedicata a Mario Bonnard, i film che lo lanciarono come attore nel 1912: Satana, di cui rimangono solo 8 minuti conservati presso il BFI National Film and Television Archive di Londra; e Parsifal di Mario Caserini, dall’omonimo dramma wagneriano.

Nella seconda parte della serata inaugurale, alle 22.45 inizia anche la rassegna dedicata a John M. Stahl con il più vecchio dei suoi film ancora esistenti, Her Code of Honor del 1919. La didascalia iniziale “quando si fa sentire il richiamo del cuore, tutto il resto viene dimenticato” sembra il manifesto programmatico della poetica di questo autore che negli anni successivi diventerà uno dei grandi maestri del melodramma.

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