PORDENONE – Coronavirus, l’industria del Friuli Venezia Giulia viaggia verso lo stop.
A decretare il fermo della produzione è stata per prima Fincantieri, 6 mila addetti di cui 2.600 diretti, che vale l’1% del Pil nazionale, 10% dell’export regionale (circa 1,2 miliardi di euro).
Il gruppo ha comunicato ai sindacati la decisione di procedere unilateralmente con una fermata collettiva (utilizzando lo strumento delle ferie) in tutti i cantieri e in tutte le sedi dal 16 al 29 marzo.
E un altro grande gruppo, Electrolux, deciderà nelle prossime ore se chiudere gli stabilimenti. Gli addetti sono circa 4 mila tra Porcia, Susegana, Forlì e Solaro. La decisione potrebbe essere presa anche in seguito alle proteste di oggi, che hanno visto scioperi nei vari stabilimenti, a parte quello pordenonese.
Durante un incontro svolto nella sede di Unindustria Pordenone con le organizzazioni sindacali provinciali, è emerso che si sta valutando di andare verso il fermo produttivo anche per le aziende della filiera del legno
“Chi deciderà di stare aperto – commenta il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti -dovrà rispettare il decalogo emanato dal governo applicando tutte le misure indicate. Aziende e sindacati si impegnano a gestire al meglio questa fase collaborando ora e in futuro, consapevoli che la ripartenza ci chiederà di lavorare di più”.