PORDENONE – Max Linder รจ il nume tutelare delle Giornate del Cinema Muto. Nel 1982 quando di cinema muto nessuno parlava, Cinemazero di Pordenone e la Cineteca del Friuli organizzarono una piccola rassegna di film del grande comico francese alla presenza di pochi storici e critici amici reduci dalla Mostra del Cinema di Venezia. Fu una scoperta e un successo che stimolรฒ gli organizzatori a sviluppare e approfondire l’esplorazione e lo studio del cinema del periodo tra le origini e il sonoro.
Max Linder รจ stato il primo comico di successo internazionale (lo stesso Chaplin dichiarรฒ di esserne stato molto influenzato), dando vita alla maschera di Max, l’uomo di mondo elegante, dai baffetti neri, cilindro e guanti bianchi, che si muove nella Parigi della Belle Epoque. Attore, regista e sceneggiatore, Max Linder lavorรฒ in piรน di 500 film, la maggior parte dei quali sono perduti. Anche Max Der Zirkuskรถnig (titolo italiano: Il domatore dellโamore) era tra questi e solo con una complessa operazione di recupero e ricostruzione con copie provenienti da numerose cineteche la Lobster Films di Parigi ha riportato in vita questo che รจ lโultimo film di Linder.
Il divo francese fu ingaggiato per Max Der Zirkuskรถnig da una societร austriaca appena costituita, la Vita Film che pensava, con la sua presenza, di sfondare sul mercato internazionale. In effetti il film andรฒ bene in molti Paesi, non altrettanto la salute di Max Linder, che giร durante la lavorazione aveva cominciato a essere minata da quel male oscuro che pochi mesi dopo lo condurrร all’omicidio della giovane moglie e al suo suicidio.
Con la prima assoluta di Max Der Zirkuskรถnig nella serata che si aprirร con la consegna dei Premi Jean Mitry, venerdรฌ 8 ottobre alle ore 21 al Teatro Verdi di Pordenone, le Giornate del Cinema Muto celebrano la loro 40a edizione, rendendo omaggio a Linder anche nel manifesto ufficiale del festival, dove appare insieme a Vilma Bรกnky, sua partner nel film. La pellicola sarร accompagnato dal vivo da Neil Brand (piano) e Frank Bockius (percussioni).
Nella rassegna dedicata alle sceneggiatrici americane spicca, per il nome del regista, Kentucky Pride, diretto nel 1925 da John Ford. Se il film deve molto alla brillante idea dei cavalli parlanti, merito della sceneggiatrice Dorothy Yost (che successivamente scriverร molti film con Fred Astaire e Ginger Rogers), il recupero di un film rarissimo del regista piรน grande di tutti i tempi (parola di Orson Welles) non puรฒ non essere un fortissimo richiamo per tutti. Restaurato dal Museum of Modern Art di New York con i fondi della Twentieth Century Fox, Kentucky Pride รจ in programma alle 14.30 al Teatro Verdi di Pordenone con lโaccompagnamento di Philip Carli.
Il film, di un Ford appena trentenne, ha giร tutti i grandi temi del suo cinema: il senso del dovere, la fierezza della propria tradizione, l’amore per la natura e per i cavalli sempre protagonisti nei suoi western. Anche qui la protagonista รจ una cavalla, Virginia Future, che racconta la storia agli altri cavalli, agli abitanti del Kentucky e agli spettatori. Tra gli altri equini amici di Virginia compare anche il leggendario Man oโ War, la cui fama e le cui vittorie gli hanno guadagnato il titolo di piรน grande cavallo da corsa del XX secolo. Nel cast degli umani spicca il nome di Henry B. Walthall, l’attore feticcio di David Wark Griffith che anche Ford dimostrรฒ di apprezzare.
โEra grande, uno dei piรน grandi attori di tutti i tempi, una personalitร che usciva davvero fuori dallo schermoโ dichiarรฒ Ford in un’intervista a Peter Bogdanovich.
Se in Kentucky Pride il punto di vista รจ quello dei cavalli, nel film che lo precede, Up in the Air After Alligators, del 1919, il mondo lo vediamo attraverso gli occhi di un coccodrillo. Il cortometraggio presentato alle Giornate fa parte di una serie di 50 travelogue per una rivista sportiva ed รจ un ottimo esempio della scrittura di Katharine Hilliker (1885 โ 1965).
Segnaliamo tra le proiezioni del pomeriggio, alle 17.30, tre corti giapponesi della Vitagraph del 1910 quando molti vedevano nella crescita della potenza imperiale giapponese un potenziale pericolo per gli Stati Uniti. Anche in molti film americani c’era questo sospetto ma nei tre corti della Vitagraph c’รจ un approccio verso quel Paese molto diverso, a cominciare dal fatto che vengono utilizzati molti veri attori giapponesi. Uno dei titoli รจ Ito, the Beggar Boy, del 1910, riemerso nelle collezioni della Filmoteka Narodowa โ Instytut Audiowizualny (FINA) di Varsavia.
Completano il programma due corti della filiale russa della Pathรฉ del 1913, che sono le uniche testimonianze superstiti della danzatrice e attrice Ohta Hisa nota col nome d’arte Hanako (1868 โ 1945).
Agli inizi del secolo scorso questa minuta artista giapponese (secondo alcune fonti non raggiungeva il metro e 40 d’altezza) iniziรฒ a girare l’Europa e l’America con straordinario successo affascinando in Francia anche lo scultore Auguste Rodin che la scelse come modella. Le riprese dei suoi spettacoli a Mosca sono firmate da Yakov Protazanov, uno dei fondatori del cinema russo. Lโaccompagnamento di questi film รจ affidato a John Sweeney.
La giornata di venerdรฌ si apre alle 10.30 con un altro restauro della Lobster, il film di Willi Wolff interpretato da Ellen Richter Der Flug um der Erdball (Un volo intorno al mondo), del 1925, diviso in due parti, che saranno accompagnate dal vivo rispettivamente da Gรผnter Buchwald e Stephen Horne. Il critico di Film Kurier scrisse che non solo questo era il miglior film di Ellen Richter, ma anche il miglior film tedesco di viaggi e avventure.
Il programma online di venerdรฌ 8 ottobre, su MYmovies a partire dalle 21 (ora italiana), propone Moral, il bellissimo film con Ellen Richter (visto in sala giovedรฌ) che denuncia il bigottismo di provincia.
Nellโultimo appuntamento con gli incontri con lโautore โ sempre online, a partire dalle 17 โ รจ il giorno di Alberto Sordi. A parlare di lui รจ Alberto Anile, autore del volume Alberto Sordi (Edizioni Sabinae, 2020)โจ, unโapprofondita monografia, ricca di materiali dโarchivio, che copre lโintera vita e la carriera dellโAlbertone nazionale svelando non pochi dettagli sconosciuti scoperti grazie a lunghe e accuratissime ricerche, e che, inevitabilmente, ripercorre quella irripetibile stagione del cinema italiano di cui Sordi fu uno dei grandi protagonisti. LโAssociazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema (AIRSC) presenta invece Immagine: note di cinema 20-21 (Persiani 20-21), gli ultimi due numeri della piรน antica rivista italiana dedicata agli appassionati di cinematografia, organo ufficiale dellโAssociazione.
Le Giornate del Cinema Muto sono realizzate grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Ministero della Cultura โ Direzione Generale Cinema, del Comune di Pordenone, della Camera di Commercio Pordenone-Udine e della Fondazione Friuli.