PORDENONE – Tre comuni e tre parchi, oltre 90 artisti, 13 nazionalità rappresentate, 8 scuole d’arte e accademie nazionali coinvolte.
Questi i numeri della sesta edizione di Humus Park, International Land Art Meeting and Exposition a cadenza biennale, in programma a Pordenone dal 14 al 26 maggio 2018 – evento ideato e curato da Gabriele Meneguzzi e Vincenzo Sponga, col contributo critico di Angelo Bertani e col contributo didattico di Guido Cecere, e organizzato dal Comune di Pordenone assieme ai Comuni di Caneva e Polcenigo, col sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia e UTI del Noncello e la collaborazione della Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia e Patrimonio Unesco.
Un meeting che crea relazioni spazio temporali, artistiche, culturali, generazionali, abbattendo confini e barriere.
Due le settimane di lavoro, la prima dal 14 al 19 maggio al Palù di Livenza (importante sito archeologico Patrimonio Unesco, ricco di acqua sorgiva situato tra i Comuni di Caneva e Polcenigo), la seconda, dal 21 al 26 maggio, nel Parco del Museo Archeologico di Torre a Pordenone (dove il castello accoglie tutti i reperti archeologici della provincia di Pordenone compresi quelli provenienti dall’area del Palù e dove affiorano resti di una villa romana) e nel vicino Parco del Seminario, isola verde racchiusa tra due rami del fiume Noncello.
Tre parchi caratterizzati da una ricca vegetazione e da acqua di risorgiva attraverso i quali si può leggere la storia del territorio: dagli insediamenti palafitticoli del Palù alla villa romana, dal castello di epoca medievale fino ad arrivare agli operosi anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, quando fiorì lo sviluppo industriale basato su acque e canali, senza dimenticare le tracce del mondo rurale. Il Seminario diocesano, che domina l’omonimo parco suggerisce infine una dimensione spirituale, il cui nucleo primigenio risiede proprio nel rapporto uomo natura.
Land Art, arte della terra
Humus Park è Land Art, una forma di Arte contemporanea naturalistica, che permette all’artista di esprimersi usando quanto la Natura generosamente offre in prestito, sposandola a siti di particolare interesse storico-artistico-paesaggistico e culturale.
La linea data dai direttori artistici è rigorosa: gli artisti, che lavorano a coppie, per le loro creazioni possono utilizzare esclusivamente materiali ed elementi naturali reperiti sul posto, come rami, foglie, sassi, terra, alberi, cespugli, rovi, zolle, erba, acqua, vento. Dal magico e imperscrutabile intreccio di abilità tecnica, ispirazione e dialogo con l’ambiente circostante nascono le loro opere, che vanno a costituire delle vere e proprie gallerie “en plein air”, poi visitabili per tutta l’estate, finché Madre Natura non se le riprenderà.
Gli artisti
Sono oltre 90 le personalità coinvolte tra artisti internazionali, artisti nazionali e studenti selezionati nelle scuole d’arte locali e nelle accademie nazionali. Una formula che caratterizza Humus Park sin dalla sua prima edizione e che crea uno scambio trasversale di idee, energie, esperienze.
Gli artisti stranieri provengono da Nuova Zelanda, Taiwan, Danimarca, Kazakistan, Svizzera, Francia, Lituania, Polonia, Stati Uniti, Slovenia, Perù e Iran. Da segnalare in questa edizione la presenza di Nick Neddo, autore del libro “The Organic Artist”, artista ed educatore del Vermont (USA), l’artista multidisciplinare Donald Buglass (Nuova Zelanda) e lo svizzero Peter Hess, direttore artistico del festival di Grindelwald e “padre” della Land Art naturalistica in Europa. Tra gli italiani Marco Nones, vincitore del Concorso Arte Expo 2015/Fondazione Triulza con l’istallazione artistica “Svuotato”, creata per Bosco in Città (Milano), e fondatore, assieme a Beatrice Calamari, del Parco d’arte RespirArt in Val di Fiemme.
Giovani protagonisti
Sin dalla sua prima edizione (2008), Humus Park ha dato spazio ai giovani, ai quali è dedicato specificamente il Premio Gea.
Nel 2018 partecipano le Accademie nazionali di Brera (Milano), Bologna, Ravenna, Albertina di Torino e Carrara. Coinvolti anche gli istituti d’arte locali: il Liceo artistico Bruno Munari di Vittorio Veneto, il Liceo artistico Enrico Galvani di Cordenons, l’Isis Bruno Carniello di Brugnera-Sacile.
Fabio Pes e Francesco Bortolin, due studenti vincitori del Premio Gea 2016, sono ulteriormente premiati quest’anno affiancando un artista internazionale, mentre Matteo Biason, artista storico di Humus Park, è promosso ad assistente sul campo.
E sono studenti dell’istituto tecnico del settore economico Odorico Mattiussi di Pordenone i 5 giovani coinvolti come interpreti.
Il meeting
Humus Park è incontro. Durante la creazione delle opere il pubblico avrà la possibilità di osservare gli artisti al lavoro, cogliendo le diverse tecniche utilizzate e seguendo il percorso creativo dall’ideazione alla realizzazione. Humus Park è trasformazione. Le opere non sono mai uguali a loro stesse: una volta terminate, l’atto creativo passa alla Natura, che le modifica lentamente in un continuo divenire.
Humus Park è emozione. Visitare Humus Park durante e dopo il meeting permette di godere di arte, storia, archeologia e natura, scoprendo angoli incantevoli del Friuli Venezia Giulia che hanno molto da raccontare.
Documentazione fotografica
La Land Art naturalistica è per definizione effimera. Per questo motivo è spesso accompagnata dalla documentazione fotografica, che ne diventa così comprimaria.
Per fissare l’attimo fuggente in uno scatto sono stati scelti tre fotografi, provenienti da tre ambiti molto diversi, che porteranno così sguardi differenti: Ferdi Terrazzani, specializzato in fotografia naturalistica, Michele Battistuzzi (artista poliedrico e multimediale, nella doppia veste di fotografo durante la prima settimana e artista durante la seconda) e Renzo Daneluzzi, professionista molto attivo nel campo della moda, particolarmente attento alla bellezza in tutti i suoi aspetti.
In collaborazione con Instagramers Pordenone, inoltre, un gruppo di appassionati passerà una intera giornata a Humus Park, immerso tra natura e arte, riportando le proprie emozioni in scatti digitali per il pubblico del web.
La terra e i suoi frutti
Humus Park celebra la terra e i suoi frutti. Ciascuna settimana di lavoro culminerà con un vero e proprio evento durante il quale verranno presentate non solo le opere ma anche i prodotti tipici dei territori coinvolti, grazie alla collaborazione con Slow Food e altri produttori locali. Si potranno così scoprire prodotti e sapori unici come il Figo Moro di Caneva, tradizionali come la pitina, genuini come la trota allevata in acque di risorgiva.
Gli eventi – che si terranno sabato 19 a Villa Frova e sabato 26 al Museo Archeologico di Torre – saranno accompagnati da birre artigianali e vini locali. Non mancherà infine la musica con dj set ed esibizioni dal vivo. Particolarmente originale il progetto Audiopaint creato da Giulio Masieri, egli stesso artista a Humus Park: pittura che genera musica, utilizzando strumenti elettronici e strumenti percussivi realizzati con materiali naturali.
14 – 19 maggio – Palù di Livenza (Caneva/Polcenigo)
Durante la settimana dal 14 al 19 maggio al Sito Palafitticolo del Palù di Livenza (Patrimonio Unesco) lavoreranno le seguenti coppie di artisti internazionali: Kim Kao, Fabio Pes (Francia – Italia); Donald Buglass, Fiona Paterson (Nuova Zelanda); Ryszard Litwiniuk, Miroslaw Maszlanko (Polonia); Vanja Mervic, Aleksander Veliscek (Slovenia); Peter Hess, Marie Helene Hess Boson (Svizzera); Ya-Lan Sez, Mei Pei Chen (Taiwan); Nick Neddo, Hannah Mitchel (USA ).
Gli artisti italiani saranno: Alberto Magri, Giulio Masieri, Arianna Gasperina, Alessandro Lazzer, Marco Nones, Elio Vanzo, Emy Petrini, Beatrice Speranza, Silvia De Anna, Davide Raffin.
Parteciperanno gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale di Sacile e Brugnera – Bruno Carniello, del Liceo Artistico Statale Bruno Munari di Vittorio Veneto, dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Evento inaugurale sabato 19 maggio, ore 18.30, a Villa Frova, Stevenà di Caneva.
21 – 26 maggio – Parco del Museo archeologico di Torre / Parco del Seminario (Pordenone)
Durante la settimana dal 21 al 26 maggio nel Parco del Museo archeologico di Torre e nel Parco del Seminario a Pordenone, lavoreranno le seguenti coppie di artisti internazionali: Jan Johansen, Jette Mellgren (Danimarca); Kim Kao, Francesco Bortolin (Francia – Italia); Denis Pchelyakov, Anna Peshkova (Kazakistan); Anastasia Gvildys, Marijus Gvildys (Lituania); Donald Buglass, Fiona Paterson (Nuova Zelanda); Juan Luis Zegarra Queirolo, Damoon Keshavarz (Perù – Iran); Nick Neddo, Hannah Mitchel (USA). Gli artisti italiani saranno: Enzo Morson, Francesco Orlando, Luisa Cimenti, Vera Paoletti, Silvia Braida, Alessandra Ghirardelli, Antonella Bukovaz, Paolo Comuzzi, Michele Battistuzzi, Valentina Bassetti.
Parteciperanno gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale di Sacile e Brugnera – Bruno Carniello, del Liceo Artistico Enrico Galvani di Cordenons, dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Evento inaugurale sabato 26 maggio, ore 18.30, Museo archeologico di Torre.