PORDENONE – Ripresi, nella serata del 21 febbraio scorso, presso il ristorante dell’ hotel Moderno, gli incontri conviviali del Rotary Club Pordenone Alto Livenza dopo un periodo di sospensione causato dalle restrizioni del Covid.
Il tema della serata e’ stato “Fatti e Misfatti del Mose” ed ha visto come relatore il dr Alberto Vitucci, giornalista , esperto di temi veneziani, introdotto dal presidente Giorgio Amadio e dal vicepresidente Edi Nardini.
Alberto Vitucci racconta da trent’anni le vicende del Mose per la“Nuova Venezia” ed è considerato uno dei massimi esperti, dal punto di vista giornalistico, su questo tema, vincendo il premio giornalistico Saint Vincent nel 1999 e, nel 2012, il premio Bassani per le opere “in difesa del patrimonio storico, artistico, naturale e paesaggistico del Paese”. Scrive per l’ ”Espresso”, “La Stampa” e “Venerdi’ di Repubblica”, oltre a collaborare con radio e tv italiane ed estere, Rai, BBC, La 7, Sky, Euronews.
Vitucci ha illustrato le numerose vicende che hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo del progetto Mose, soffermandosi sui fatti, ma soprattutto sui misfatti, legati alla costruzione di un’opera gigantesca dal punto di vista strutturale e dei costi (sei miliardi e mezzo di euro spesi) , iniziata nel 1980 e non ancora terminata del tutto, con le connesse problematiche, non ancora risolte, legate alla manutenzione di tale struttura e airelativi costi.
Il Mose, acronimo di Modulo Sperimentale Elettromeccanico, consiste in 4 barriere costituite da 78 paratoie mobili tra loro indipendenti in grado di separare temporaneamente la laguna dal mare e di difendere Venezia dal fenomeno dell’acqua alta ; Le barriere inattive sono piene d’acqua e rimangono adagiate sul fondo, all’occorrenza vengono svuotate e riempite di aria compressa per emergere e separare la laguna dal mare.
Sono state messe in funzione nell’ottobre del 2020 e si sono dimostrate efficaci nell’evitare l’acqua alta. Rimangono, tuttavia , molti problemi aperti: la necessita’ di affinare il meccanismo di funzionamento per risolvere le criticita’ rilevate negli ultimi anni, affrontare i costi di gestione e manutenzione, l’impatto che tale opera avra’ sull’ambiente, capire se sara’ adeguata ad affrontare variazioni di marea ben piu’ importanti previste da qui alla fine del secolo.
Sono state ripercorse le cronache di questi quattro ultimi decenni, che hanno raccontato di un progetto costellato di tangenti, sprechi , ritardi, errori.
Attualmente si stima che il ritardo sulla fine dei lavori possa arrivare al 2025 con una spesa ulteriore di un miliardo di euro. Senza contare che attualmente i cantieri sono fermi da mesi e la mancata manutenzione di un sistema cosi’complesso che vive sott’acqua sta gia’ portando a fenomeni di corrosione e deterioramento facendo lievitare i costi della manutenzione dagli iniziali 18 milioni annui, evidentemente frutto di sottovalutazione, ai 100 milioni stimati attualmente.
Insomma lo scandalo del Mose sembra non avere ancora fine ed e’stato definito dall’ex sindaco Cacciari “il più grande scandalo mondiale in tema di lavori pubblici nell’intera storia del secondo dopoguerra”.