Striscione a casa del sindaco di Pordenone Ciriani: “Fascista”. La solidarietà del Pd

PORDENONE – La notte scorsa, 14 maggio, ignoti hanno affisso uno striscione di protesta sulla recinzione esterna della casa del sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, reo, a loro avviso, di non aver partecipato a una manifestazione che celebrava il centenario delle giornate antifasciste del quartiere di Torre di Pordenone.

Oggi, il primo cittadino ha raccontato l’episodio sul suo profilo facebook.

“Questa mattina – racconta Ciriani – alle 07.20 sento suonare il campanello. Sono i Carabinieri e subito penso ad una disgrazia. Tranquillizzo i miei genitori molto anziani, svegliati anche loro. Corro ad aprire domandandomi, angosciato, chi dei miei familiari avrà perso la vita in un incidente. Invece i militari, gentilissimi, mi accompagnano fino ad un tratto della recinzione di casa, quella esposta alla strada, dove campeggia un grande striscione”.

“Il testo? Il sindaco fascista e la resistenza bla bla… Eccoli qui i sinceri democratici e antifascisti e antirazzisti e antiquellochevipare che, a corto di idee e a ridosso della campagna elettorale, non trovano di meglio che togliere dalla soffitta il peggior nostalgismo anni ’70. Antifascisti? In realtà, un grumo violento e intollerante della peggiore sinistra. Questo gesto, volendo usare lo stesso esasperato armamentario politico della sx cittadina, non è una vigliacca intimidazione? Non è comunicare che “sappiamo dove vivi”? Non è come quando i nazisti segnavano con vernice le case degli ebrei?”.

“Nella loro testa bacata è così – conclude il sindaco – ma io preferisco trattare il fatto come esercizio di imbecillità totale e spero che sia corale e senza distinguo la condanna. Non tanto per il gesto in sé, quanto per aver svegliato e spaventato due anziani malati, due bambini e sporcato una casa privata”.

PD SOLIDALE  “Doverosa solidarietà al sindaco Ciriani e alla sua famiglia – afferma Renzo Liva, della segreteria regionale Pd Fvg, a proposito dell’atto compiuto da ignoti – per uno striscione rozzamente polemico che non doveva essere affisso, meno che mai sul recinto della sua casa. Un brutto episodio di cui nessuno sentiva la necessità”.




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