La settimana si chiude con un misto di segnali contrastanti per l’economia globale: tra revisioni al ribasso delle stime di crescita, tensioni geopolitiche e un nuovo rally dei beni rifugio, i mercati mostrano nervosismo e crescente cautela.
Italia: manovra espansiva e crescita moderata
La Banca d’Italia ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2026, pur confermando quelle per il 2025 e il 2027, in un contesto economico ancora fragile.
Il Governo ha presentato una manovra da 18,7 miliardi di euro, che prevede tagli alle tasse e incremento della spesa pubblica. Tra le misure più rilevanti, spicca l’aumento del 2% dell’IRAP sul settore finanziario, annunciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Secondo l’Istat, l’economia non osservata – cioè quella sommersa o illegale – ha raggiunto nel 2023 un valore di oltre 217 miliardi di euro, pari al 10,2% del PIL, mentre l’inflazione italiana di settembre è stata confermata all’1,6% su base annua.
Sul fronte estero, il commercio italiano ha registrato un avanzo di 2,05 miliardi di euro ad agosto, sebbene la flessione delle vendite verso gli Stati Uniti abbia pesato sull’export complessivo.
Eurozona: inflazione stabile, ma differenze tra i Paesi
L’inflazione dell’Eurozona è stata confermata al 2,2% annuo a settembre, segnalando una certa stabilità dei prezzi. Tuttavia, persistono divergenze significative tra gli Stati membri:
- In Spagna, l’inflazione armonizzata è salita al 3%,
- In Germania è stata confermata al 2,4%, con la fiducia degli investitori in leggero aumento secondo l’indice ZEW,
- In Francia, l’inflazione si attesta all’1,1%, mentre la riforma delle pensioni è stata sospesa fino alle elezioni presidenziali del 2027.
Asia: segnali misti tra Cina e Giappone
Dalla Cina giungono dati contrastanti: da un lato le esportazioni e importazioni di settembre hanno superato le attese, dall’altro l’inflazione CPI è scesa più del previsto e il PPI ha segnato il terzo anno consecutivo di deflazione.
In Giappone e in altre economie asiatiche, le valute locali hanno guadagnato terreno sul dollaro, che si è indebolito a causa dei timori sul sistema bancario statunitense e delle aspettative di tagli ai tassi da parte della Federal Reserve.
USA: mercati in tensione e dollaro debole
Negli Stati Uniti, cresce la preoccupazione per la salute del credito delle banche regionali, dopo il fallimento del fornitore di componenti auto First Brands, che ha innescato timori di contagio nel settore finanziario.
Gli indici azionari americani hanno perso circa l’1%, mentre il VIX, l’indice della volatilità di Wall Street, è salito ai massimi da aprile.
Il dollaro ha registrato la peggiore settimana da mesi, mentre gli investitori si rifugiano nei Treasuries e nello yen giapponese.
Oro da record, petrolio e criptovalute in altalena
In un contesto di crescente incertezza, l’oro continua la sua corsa: dopo aver superato i 4.200 dollari l’oncia, diversi analisti prevedono che possa raggiungere i 5.000 dollari nel 2026, sostenuto dalle tensioni geopolitiche e dalle prospettive di una politica monetaria più accomodante.
Il petrolio, invece, ha vissuto una settimana volatile: prima in calo per i timori di un eccesso di offerta globale, poi in rialzo dopo l’annuncio di Putin di un taglio dell’1% della produzione russa nel 2025 e le dichiarazioni di Trump secondo cui l’India smetterà di acquistare greggio russo.
Le criptovalute, infine, hanno subito una nuova ondata di vendite: il Bitcoin è sceso fino a 108.000 dollari, ben lontano dal record di 126.000 toccato a inizio mese, mentre Ether è sceso sotto i 3.800 dollari e BNB ha perso fino all’11%.
Secondo Matthew Hougan, CIO di Bitwise, “il crollo delle cripto sta agendo come il canarino nella miniera, segnalando che il mercato è nervoso di fronte a nuovi rischi di credito”.
Tra le preoccupazioni per la tenuta del sistema bancario statunitense, la volatilità dei mercati europei e l’incertezza sulla crescita globale, gli investitori sembrano tornare su posizioni difensive. Oro, yen e Treasury restano i porti più sicuri in un mare di turbolenze, mentre la fiducia nei mercati rischiosi vacilla in attesa di segnali più chiari dalla Federal Reserve e dalle economie principali.
Se volete ricevere l’analisi completa del nuovo Btp valore in emissione scrivere a [email protected]
Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario autonomo, www.pazzagliapartners.it,
