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venerdƬ , 27 Dicembre 2024

Pier Paolo Pasolini e il calcio: il 23 aprile apre grande mostra fotografica alla Galleria Bertoia

PORDENONE – Apre al pubblico sabato 23 aprile alle 15 alla Galleria Harry Bertoia La solitudine dell’ala destra. Pier Paolo Pasolini e il calcio, una grande mostra composta per lo piĆ¹ da materiale inedito, realizzata da Cinemazero e Comune di Pordenone, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e il patrocinio del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa. Con 120 fotografie, filmati, scritti, memorabilia che per la prima volta si svelano al pubblico, il percorso espositivo, curato da Piero Colussi, ricostruisce le tappe salienti della passione sportiva, lunga tutta la vita, di Pasolini, nell’anno del centenario della nascita. La mostra, a ingresso libero, sarĆ  aperta fino al 19 giugno, da giovedƬ a domenica, dalle 15 alle 19.

In un’intervista all’Europeo il 31 dicembre 1970, Pasolini dichiarava: Ā«Il calcio ĆØ lā€™ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. ƈ rito nel fondo, anche se ĆØ evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio ĆØ lā€™unica rimastaci. Il calcio ĆØ lo spettacolo che ha sostituito il teatroĀ».
La mostra in Galleria Bertoia narra questa passione dalle origini, a Bologna, la cittĆ  natale di Pasolini, dove frequentava il Liceo Galvani e il calcio riempiva le sue giornate.

Affermava infatti: Ā«I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara (giocavo anche sei, sette ore di seguito, ininterrottamente: ala destra, alloraā€¦) sono stati indubbiamente i piĆ¹ belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci pensoĀ».

In quegli anni, il Bologna Football Club era uno squadrone capace di vincere ben quattro scudetti di fila e Pasolini ne divenne un accanito tifoso. Durante le vacanze estive, a Casarsa, nella casa della famiglia della madre Susanna Colussi, indossava la maglia bianconera della societĆ  del paese, partecipando al campionato della GioventĆ¹ Italiana del Littorio. Le partite si giocavano nel campo sportivo dietro la ferrovia.

A fungere da spogliatoio, cā€™era una stanza dell’albergo Leon d’Oro. Finita la guerra, Pasolini fu tra i promotori della nascita della SocietĆ  Artistico Sportiva Casarsa, che nell’autunno del 1946 fissĆ² la propria sede nello stanzone adiacente a Casa Colussi Batiston, dove erano ospitate le attivitĆ  dell’Academiuta di lenga furlana. Sempre in quellā€™anno, Pasolini fu tra i promotori dellā€™Unione Sportiva Sangiovannese. Nel 1947 iniziĆ² anche a scrivere di calcio come corrispondente de Il Friuli Sportivo.

A Roma, nei campetti delle borgate romane, Pasolini conobbe coloro che in seguito sarebbero diventati i protagonisti dei romanzi Ragazzi di vita e Una vita violenta.

A metĆ  degli anni Sessanta fu tra gli ideatori, assieme a Ninetto Davoli e Franco Citti, della squadra chiamata Attori e Cantanti, che qualche anno piĆ¹ tardi divenne la Nazionale dello Spettacolo, di cui Pasolini portĆ² a lungo la fascia di capitano. Nella primavera del 1975, qualche mese prima di venire assassinato, organizzĆ² a Parma la partita tra la troupe di SalĆ² e quella che a pochi chilometri di distanza stava girando Novecento di Bernardo Bertolucci.

Fra i protagonisti della sonante vittoria di Bertolucci, per 5 a 2, cā€™era il giovane calciatore della squadra “primavera” del Parma, Carlo Ancellotti, che, per l’occasione, era stato “assunto” come attrezzista nella troupe di Novecento e aveva segnato pure un goal.

Nellā€™anno del centenario della nascita, la mostra di Pordenone ĆØ unā€™occasione per scoprire quanto fosse forte il legame di Pasolini con il calcio, tanto che nel 1973, alla domanda di Enzo Biagi per La Stampa, l’intellettuale dichiarava che, senza cinema e senza scrivere, quello che gli sarebbe piaciuto diventare era: Ā«un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l’eros, per me il football ĆØ uno dei grandi piaceriĀ».

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