0.7 C
Pordenone
martedì , 14 Gennaio 2025

Dati Usa Sorprendono, Inflazione in Ripresa e Rialzi su Materie Prime

ANALISI SETTIMANALE

La scorsa settimana ha evidenziato la resilienza del mercato del lavoro americano, con 256.000 nuovi posti creati a dicembre, ben sopra le attese di 160.000, e un tasso di disoccupazione in calo al 4,1%. I salari sono cresciuti del 3,9%, mantenendosi sopra l’inflazione. Questi dati rafforzano le aspettative di una Fed più restrittiva, complicando lo scenario di crescita senza inflazione sperato dai mercati. In Eurozona, l’inflazione è salita al 2,4%, sopra il target BCE, con Germania e Italia registrando rimbalzi legati al costo alimentare. La fiducia economica è crollata ai minimi dal 2020, con un sentiment industriale in negativo da 22 mesi e consumatori sempre più pessimisti. Nonostante ciò, il tasso di disoccupazione resta stabile al 6,3%, il minimo storico. In Giappone, i salari nominali sono aumentati del 3%, ma quelli reali restano negativi, segnalando debolezza nei consumi. In Cina, l’inflazione continua a crescere a ritmo ridotto (+0,1% a dicembre), con prezzi alimentari in calo. Infine, i costi dei mutui negli Stati Uniti sono saliti al 6,99%, riflettendo i tassi più alti dei Treasury, mentre le vendite al dettaglio in Europa segnano una crescita più lenta, al tasso più basso da luglio 2024.

MERCATO AZIONARIO

La scorsa settimana ha visto un andamento contrastante sui mercati azionari globali. Negli Stati Uniti, sia l’S&P 500 che il Nasdaq 100 hanno registrato flessioni rispettivamente dell’1,9% e del 2,2%, segnalando una certa pressione sui titoli tecnologici e blue chip. In Europa, al contrario, gli indici hanno mostrato una performance positiva: l’Eurostoxx 50 è cresciuto del 2,2%, mentre l’Eurostoxx 600 ha segnato un aumento dello 0,7%. Ottima settimana per il Ftse Mib, che ha messo a segno un robusto +2,8%, trainato soprattutto dal settore finanziario e industriale. Da segnalare anche l’impennata del VIX, l’indice della volatilità, che è balzato del 21%, indicando un aumento dell’incertezza tra gli investitori.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO

La scorsa settimana si è conclusa con un rialzo generalizzato dei rendimenti obbligazionari, segno di una pressione al ribasso sui prezzi dei titoli di Stato. Negli Stati Uniti, il rendimento del Treasury a 10 anni è salito al 4,76% (+3,50% nella settimana), mentre il biennale ha raggiunto il 4,38% (+2,33%). In Europa, il Bund tedesco a 10 anni ha registrato un incremento settimanale del 5,83%, chiudendo al 2,58%, mentre il BTP italiano è passato al 3,78%, con un rialzo del 5,08%. Particolarmente significativo il Bund a 2 anni, che con un aumento del 5,63% ha segnato un progresso annuo del 10,07%. Questi aumenti dei rendimenti riflettono aspettative di inflazione più elevate e sono stati influenzati dai dati sull’occupazione americana, risultati migliori delle attese, che hanno rafforzato le previsioni di tassi di interesse più alti nel prossimo futuro.

MERCATO DELLE VALUTE E CRYPTO

La scorsa settimana ha visto un rafforzamento del dollaro americano, con l’indice DXY in crescita dello 0,62%, che ha raggiunto quota 109,35. Questo movimento è stato influenzato anche dalle mutate prospettive sulla politica monetaria della Federal Reserve, che potrebbe adottare un approccio ancora più restrittivo a fronte di dati economici solidi e aspettative di inflazione persistente. La forza del dollaro ha pesato sull’euro, che ha perso lo 0,66% contro il biglietto verde, chiudendo a 1,024. Nel mercato delle criptovalute, il Bitcoin è sceso del 3,90%, fermandosi a 94.510, mentre Ether ha registrato un calo più marcato, del 9,57%, chiudendo a 3.262. La forza del dollaro e l’aumento dell’avversione al rischio hanno spinto gli investitori a ridurre l’esposizione agli asset più volatili.

MERCATO DELLE MATERIE PRIME

La scorsa settimana ha visto un netto rialzo nei principali asset del comparto delle materie prime. L’oro ha chiuso in aumento dell’1,89%, attestandosi a 2.690$, proseguendo la sua crescita YtD che si porta al 2,49%. L’argento ha registrato una performance ancora più brillante, con un guadagno del 4,16% nella settimana e un progresso annuale del 7,10%, confermando il suo ruolo di bene rifugio e di asset speculativo in contesti di maggiore volatilità. Il petrolio, invece, ha segnato un rialzo del 3,42%, chiudendo a 76,54$, sostenuto da aspettative di una domanda in crescita e da notizie legate a tagli produttivi da parte dei principali Paesi esportatori. Il quadro generale riflette un rinnovato interesse per le materie prime, favorito anche dall’incertezza economica e da segnali di inflazione persistente.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it

Ultime news

Ultimi articoli