FVG – Peggiora la fiducia delle imprese del terziario del Friuli Venezia Giulia a seguito della nuova crisi internazionale. Il dato regionale è comunque migliore rispetto a quello medio nazionale. In lieve peggioramento i ricavi delle imprese, che però “tengono” sia rispetto al trimestre precedente, sia in prospettiva in vista della metà dell’anno.
Ma nei primi mesi del 2022 si assiste a un incremento abnorme dei prezzi praticati dai fornitori alle imprese del commercio, del turismo e dei servizi Fvg. L’indicatore scende da 45 a 27 nel primo trimestre dell’anno. Resta stabile la situazione occupazionale nelle imprese del terziario del Fvg nei primi mesi dell’anno. Nonostante la nuova crisi, non ci sarebbe l’intenzione di fare leva sull’occupazione per fronteggiare l’impatto della crisi. La sintesi emerge dall’Osservatorio congiunturale curato per Confcommercio Fvg da Format Research e presentato a Trieste, nella sede della Confcommercio, dal direttore scientifico della società di ricerca Pierluigi Ascani, alla presenza dell’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Bini.
«È uno scenario che risente inevitabilmente della congiuntura internazionale – osserva il presidente di Confcommercio Fvg Giovanni Da Pozzo, con i colleghi presidenti di Gorizia Gianluca Madriz, di Pordenone Fabio Pillon e di Trieste Antonio Paoletti –. Non c’è dubbio che il conflitto alle porte dell’Europa abbia frenato la ripartenza, con aumenti consolidati e bollette rincarate che penalizzano pesantemente le imprese e mortificano il potere d’acquisto dei consumatori».
Il 68% delle imprese del terziario del Fvg, si legge nell’indagine, reputa rilevante e pericoloso l’impatto della guerra in Ucraina sull’andamento della propria impresa. Quasi il 90% lamenta l’aumento del costo dell’energia e delle utenze più in generale e del costo delle materie prime. L’aumento del costo dei trasporti e dei servizi di logistica interessa il 75% delle imprese del terziario Fvg.
Il 25% si aspetta “certamente” una riduzione degli ordini nei prossimi mesi a causa della crisi internazionale, il 50% teme una riduzione degli ordini da parte dei propri clienti, che assai probabilmente non potrà non esserci.
Le imprese del terziario Fvg affrontano la nuova crisi senza interrompere i rapporti di lavoro (solo il 6% intende farlo) e riducendo al minimo l’impatto sugli investimenti (solo il 18% ridurrà o annullerà gli investimenti già programmati). Molte delle imprese, tuttavia, che gli investimenti non li avevano già programmati (27%) si asterranno dal considerarli nel prossimo futuro. Il 36% delle imprese ritengono che l’impatto della guerra (diretto o indiretto) sia più significativo della crisi provocata dalla pandemia. Il 33% ritiene che la guerra in Ucraina avrà un impatto sull’andamento della propria impresa simile a quello provocato dalla pandemia.
L’indagine
IL TESSUTO IMPRENDITORIALE
Le imprese extra agricole registrate in FVG sono oltre 77 mila, di cui attive oltre 68 mila. Le imprese del terziario del FVG costituiscono il 66% del totale delle imprese extra-agricole della regione. Nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel primo trimestre del 2022, sono nate 553 imprese del terziario e ne sono cessate 1.010 (saldo -457 unità). Il dato elevato delle cessazioni è fisiologico rispetto ai primi trimestri di ogni anno e legato ad aspetti amministrativi e burocratici.
Nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel 2021 rispetto al 2020, sono nate 5.126 nuove imprese del terziario e ne sono cessate 5.931 (saldo -805 unità). Il dato delle imprese cessate nella regione (rispetto alle imprese attive) è inferiore rispetto alle cessazioni registrate a livello nazionale.
Il peso delle imprese del terziario è aumentato nell’ultimo decennio: sul totale delle imprese attive extra-agricole della regione Friuli-Venezia Giulia, il terziario costituisce oggi il 66% (+2% rispetto al 2011).
CLIMA DI FIDUCIA
Nella prima parte del 2022 assistiamo a un peggioramento del clima di fiducia delle imprese del terziario del Friuli-Venezia Giulia. La previsione al giugno 2022 è di sostanziale stabilità. In lieve peggioramento anche la fiducia nell’andamento della propria attività economica, anche in questo caso la situazione sembrerebbe restare stabile nei prossimi tre mesi.
CONGIUNTURA ECONOMICA
Nel primo trimestre del 2022 resta stabile l’indicatore relativo ai ricavi (era 45 si attesta al 44 al di sopra della media Italia). Il dato di previsione al 30 giugno non si discosterà sostanzialmente da quello riscontrato nel primo trimestre. Il dato del Fvg è superiore rispetto alla media nazionale. Nei primi mesi del 2022 si assiste a un incremento abnorme dei prezzi praticati dai fornitori alle imprese del commercio, del turismo e dei servizi Fvg. L’indicatore scende da 45 a 27 nel primo trimestre dell’anno. Resta stabile la situazione occupazionale presso le imprese del terziario del Fvg nei primi mesi dell’anno. Nonostante la nuova crisi, le imprese del terziario Fvg non sembrerebbero intenzionate a fare leva sull’occupazione per fronteggiare l’impatto della crisi.
IMPATTO DEL CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA
Il 68% delle imprese del terziario del Fvg reputa rilevante e pericoloso l’impatto della guerra in Ucraina sull’andamento della propria impresa. Le imprese del terziario Fvg affrontano la nuova crisi senza interrompere i rapporti di lavoro (solo il 6% intende farlo) e riducendo al minimo l’impatto sugli investimenti (solo il 18% ridurrà o annullerà gli investimenti già programmati). Molte delle imprese, tuttavia, che gli investimenti non li avevano già programmati (27%) si asterranno dal considerarli nel prossimo futuro. L’aumento del costo dell’energia e delle materie prime sono tra i fattori che maggiormente influenzeranno la decisione di aumentare i prezzi da parte delle imprese del terziario del Fvg. Quasi quattro imprese su dieci ritengono che l’impatto della guerra (diretto o indiretto) sia più significativo della crisi provocata dalla pandemia. Il 33% ritiene che la guerra in Ucraina avrà un impatto sull’andamento della propria impresa simile a quello provocato dalla pandemia.
LIQUIDITÀ E CREDITO
In leggero peggioramento la capacità delle imprese del terziario del Fvg di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario nei primi sei mesi dell’anno. L’indicatore a marzo era pari a 46, la previsione a giugno è pari a 44. In aumento la percentuale di imprese che hanno effettuato domanda di credito. Tra queste: il 67% ha visto accolta interamente la richiesta, il 12% accolta in misura inferiore, il 5% non accolta.